Autore Redazione
sabato
22 Marzo 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

Multe Scadute: il Comandante Rattazzo e l’Usb pronti a dare battaglia alla Provincia

Multe Scadute: il Comandante Rattazzo e l’Usb pronti a dare battaglia alla Provincia

Il Comandante della Polizia Provinciale, Giovanni Rattazzo, non ci sta “a essere usato come parafulmine” per il caos delle oltre 17.000 multe scadute inviate nei mesi scorsi dalla Provincia. Assistito dall’Unione Sindacale di Base, il Comandante ha chiesto l’annullamento della sanzione disciplinare comminata da Palazzo Ghilini, ossia la sospensione dal servizio e privazione della retribuzione per 7 giorni. Una richiesta di annullamento del provvedimento avanzata dall’Usb, ironia della sorte, perchè notificato oltre i 60 giorni previsti dalla legge. La sanzione, adottata in misura più pesante anche nei confronti del vice Commissario Pietro Ardito, sospeso per due settimane, è stata avvertita da Rattazzo come “ingiusta”. Per questo, ha spiegato, il Comandante della Polizia Provinciale, affiancato da Giovanni Maccarino dell’Usb, ha voluto “dire la sua” sulla vicenda. Respinta con forza l’accusa di negligenza, Rattazzo ha invece puntato il dito verso il Dirigente del settore, Gian Alfredo De Regibus e il vice presidente della Provincia, Gianfranco Comaschi. Dopo essersi paragonato “a un allenatore di calcio che si sente dire che non si possono comprare giocatori e che non può neppure scegliere chi mettere in campo”, Rattazzo ha spiegato di non aver mai avuto “alcun potere, se non quello di fare segnalazioni”. E di segnalazioni per carenza di personale il Comandante della Polizia Provinciale sostiene di averne fatta più di una. Sollecitazioni “superficialmente” non ascoltate dal Dirigente Deregibus e dal Vicepresidente Comaschi, ha chiosato ancora Rattazzo. Il Comandante della Polizia Provinciale, ha spiegato, non avrebbe né emesso, né disposto l’invio di nessuna di quelle multe per eccesso di velocità, di cui solo 500 arrivate poi ai destinatari entro il termine previsto dalla legge per l’applicazione dell’ulteriore sanzione per la mancata comunicazione dei dati del conducente. Rattazzo, ha spiegato, avrebbe solo apposto la propria “firma digitale” ai dati informatici, così come prevede l’organizzazione interna di Palazzo Ghilini. “Impossibile”, secondo il Comandante della Polizia Provinciale, controllare il contenuto dei files senza la password di accesso al livello “super” che Rattazzo sostiene di non aver mai avuto, ma di cui pare disponessero però funzionari e agenti da lui dipendenti. “L’unica colpa di Rattazzo – ha chiosato Giovanni Maccarino dell’Usb – e‘ stata quella di svolgere il suo lavoro. In questa vicenda non si sono menzionati i veri responsabili che sono i dirigenti e la politica che hanno scaricato tutte le responsabilità in capo a chi svolgeva il proprio lavoro, pur senza risorse. Rattazzo non è un comandante dirigente, non ha alcun portafoglio in mano. La Provincia ha cercato un capro espiatorio per disservizi che si potevano evitare”.
Convinti che “si sia chiusa la vicenda troppo in fretta”, senza andare a cercare “i veri responsabili” di quel ‘pasticcio’ che ha obbligato migliaia di cittadini a peregrinare tra gli uffici in cerca di chiarimenti, Giovanni Rattazzo e l’Usb, hanno concluso, sono determinati a dare battaglia alla Provincia.

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