Autore Redazione
venerdì
20 Gennaio 2017
05:00
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Cronaca - Alessandria

L’Asl stringe “un patto” con i medici di famiglia per ridurre esami e terapie non appropriati

La campagna studiata dall'Asl Al insieme alla Federazione Medici di Famiglia e Cittadinanza Attiva mira a fornire "la prestazione giusta, in modo giusto, al momento giusto e al paziente giusto"
L’Asl stringe “un patto” con i medici di famiglia per ridurre esami e terapie non appropriati

ALESSANDRIA – Grazie alla medicina specialistica oggi si può guardare a fondo in ogni parte del nostro corpo, dalla testa ai piedi. Serve però anche qualcuno in grado di rimettere insieme “tutti i pezzi del puzzle” e definire la cura più opportuna per ogni singolo paziente. Per l’Asl Al questa figura è quella del medico di base che conosce a fondo la persona e può arrivare a una “sintesi” delle terapie indicate nelle varie visite specialistiche, anche per evitare eventuali effetti collaterali dovuti all’assunzione di più farmaci. L’Azienda Sanitaria Locale, la Federazione Medici di Famiglia e Cittadinanza Attiva del Piemonte hanno quindi deciso di stringere “un patto per l’appropriatezza”.

 

 

A volte, ha spiegato il Direttore Generale dell’Asl Al Gilberto Gentili, anche un servizio visto in televisione, un approfondimento letto su una rivista o una rapida ricerca fatta su internet “scatena” richieste per esami o nuove terapie. Non è detto, però, che un nuovo farmaco sia meglio di uno già disponibile. Anche insistere per un determinato esame può non aiutare perché i controlli “a tappeto” non sempre servono a individuare il vero problema, anzi. Soprattutto nei pazienti anziani confondono il quadro e rischiano di complicare il percorso diagnostico. Essere “appropriati” nel mondo della Sanità, ha aggiunto Gentili affiancato da Mara Scagni per Cittadinanza Attiva e Camillo Milano la Federazione Italiana Medici di Famiglia, significa “fornire la prestazione giusta, in modo giusto, al momento giusto e al paziente giusto. Un messaggio che è stato quindi impresso sulle brochure e sui cartelloni che verranno sistemati nei presidi dell’Asl Al, negli ambulatori dei medici di famiglia o nelle sedi di Cittadinanza Attiva e del Tribunale del Malato. Una campagna rivolta non solo ai pazienti ma anche agli stessi medici, nata “non per risparmiare su esami e farmaci” ha puntualizzato Gentili. Le cure “inappropriate” incidono su circa il 25% del bilancio da 700 milioni di euro dell’Asl Al e riuscire a scendere al 10% porterebbe anche benefici economici, oltre a contribuire a sfoltire le liste d’attesa. Diffondere “una diversa cultura” e percezione del medico di famiglia ha però “un altro obiettivo: la salute dei cittadini”. Anche gli esami diagnostici hanno controindicazioni, come le radiazioni ionizzanti di una radiografia. Stesso discorso vale per una Tac all’addome che, come spiegato nel volantino della campagna, in una sola seduta emette le radiazioni ionizzanti di 500 radiografie del torace. Meglio evitarle, quindi, se non “strettamente necessarie”. E chi meglio del medico di famiglia, che abbiamo oltretutto la possibilità di scegliere e cambiare, può dirci se un esame o una terapia è appropriata. Perché una prescrizione che non lo è espone il paziente “a rischi inutili in misura molto maggiore a quanto si pensi” come ricordato nel volantino. “In Sanità – ha concluso il Direttore Generale dell’Asl Al – quando si sente il verbo ridurre si pensa sempre a togliere. La ricerca dell’appropriatezza, però, non riduce le prestazioni utili al paziente ma solo quelle prive di benefici e non necessarie che soprattutto un medico di famiglia può individuare facilmente avendo chiara la vostra completa storia clinica”.

 

 

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