Autore Redazione
lunedì
11 Febbraio 2013
00:00
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Politica - Alessandria

Informagiovani occupato: passata la prima notte

Informagiovani occupato: passata la prima notte

AGGIORNAMENTO MARTEDI’ ORE 08.30: La prima notte di occupazione è passata. “I lavoratori di Aspal hanno discusso a lungo della situazione, ha spiegato Mario Galati della Filcams Cgil, anche lui insieme ai dipendenti della partecipata all’interno dell’Informagiovani. Come si può vedere dalle immagini tratte dai profili facebook anche di Filcams Cgil Alessandria e Uiltucs Uil una decina di lavoratori ha dormito in sacchi a pelo e ha presidiato l’Informagiovani di via Guasco: “tutti hanno intenzione di andare avanti con la protesta – ha spiegato ancora Galati questa mattina”.

AGGIORNAMENTO ORE 19: La neve non ferma la protesta dei lavoratori Aspal. Per nulla intimoriti dal freddo, sei dipendenti della partecipata sono pronti a trascorrere la notte nella sede dell’Informagiovani. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e poi anche Renzo, uno dei lavoratori adetti al Servizio Informatico e telematico, armato di sacco a pelo, raggiungerà via Guasco. “Resteremo tutta la notte e domani mattina alle 8 verranno a darci il cambio alcuni colleghi. L’occupazione andrà avanti fino a martedì a mezzanotte. A quel punto attenderemo l’esito dell’incontro in programma mercoledì con l’Amministrazione comunale per decidere eventuali nuove iniziative”.

AGGIORNAMENTO ORE 14: Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviato da Cgil, Cisl e Uil sull’occupazione dell’Informagiovani inziata questo lunedì mattina. “

Il giorno 11 febbraio 2013 ad Alessandria i 76 dipendenti di A.S.P.AL, azienda partecipata al 100% comunale, hanno occupato l’Informagiovani in presidio permanente. Questi dipendenti sono le prime vittime del dissesto dichiarato dal Comune di Alessandria che ha portato alla chiusura dei servizi pubblici gestiti dall’azienda: Informagiovani, Ludoteca, Centro per Ragazzi, Sportello Stranieri, Ufficio scambi Internazionali, Ufficio Cooperazione allo Sviluppo, Museo del Cappello, Teatro delle Scienze, Sportello Turismo, Servizio Informatico, Servizio Tributi.

Intorno alla macchina comunale alessandrina navigano ormai in agonia anche le altre partecipate e innumerevoli servizi di carattere sociale come le cooperative. Ad Alessandria si è intrapreso un percorso che porterà all’emergenza sociale e culturale.

I lavoratori A.S.P.AL, di fronte al silenzio dell’attuale amministrazione, chiedono a gran voce un confronto trasparente e sono pronti a portare proposte a qualsiasi livello, purchè l’amministrazione inizi a essere coerente con se stessa, rimettendo le persone al centro di tutti i progetti futuri e non preoccupandosi soltanto di pareggiare il bilancio uccidendo la città”.

AGGIORNAMENTO ORE 12.01: Sono una trentina in tutto i lavoratori che da questa mattina hanno occupato l’Informagiovani di Alessandria. In ballo c’è il futuro dei lavoratori di Aspal, a rischio dopo la decurtazione delle risorse disposte dal Comune di Alessandria. Ecco l’intervento di Alfio raggiunto questa mattina da Radio Gold: “se perdi lavoro perdi la dignità. Se esco fuori da Aspal esco dal giro del lavoro perché comunque ho una certa età e sono finito. Non saprei neanche come mantenere una famiglia. Non è giusto verso i miei colleghi e i cittadini che perderanno i servizi”.

NOTIZIA ORE 10.30: Come promesso i lavoratori di Aspal hanno occupato questa mattina l’Informagiovani di Alessandria (seguiranno aggiornamenti).

Intanto confermato lo sciopero di oggi e domani come si legge nel seguente comunicato:

“Nelle giornate di lunedì 11 e martedì 12 febbraio ’13 i lavoratori A.S.P.AL. sono in sciopero per difendere il proprio posto di lavoro. Tra questi vi sono anche i dipendenti che sono coinvolti nel coordinamento dell’Azienda Speciale Multiservizi Costruire Insieme. A tale proposito si comunica che in quanto lavoratori si è molto dispiaciuti per il disagio creato alle famiglie, ma nelle suddette giornate il Servizio previsto di iscrizione alle Scuole dell’Infanzia Comunali è sospeso.”

Continuano ad arrivare, nel frattempo, mail di solidarietà a sostegno dei lavoratori, come quella della professoressa Fulvia Maldini:

La città dei diritti

C’era una volta “la città dei diritti”
dove i bambini non stavano zitti
e potevano sì, giorno per giorno,
giocare allegri e girarsi intorno
certi di avere gli educatori
e tutti gli altri operatori.

“C’è Sole e Luna” avevan chiamato
quel grande spazio tanto amato.
“Informagiovani” poi c’era ancora,
è mai possibile tutto in malora?
Lì i ragazzi potevan sperare
nei bei progetti da realizzare.

Per non parlare del “Punto D”
dove potevano proprio così
approfondire la conoscenza
sentendosi gruppo di appartenenza
sempre seguiti con grande passione
da chi ci metteva motivazione.

Che dire poi degli altri uffici
pronti a subìre dei malefici,
quelli adibiti all’intercultura e ai musei senton gridare “ma dove sei?”
Già, dove sei città dei diritti,
loro non sono più belli ritti.

Aono confusi, arrabbiati, stremati,
mai rassegnati eppur tormentati,
tutte persone col cuore spezzato
e la paura del precariato.
Non siete soli, operatori,
Noi ci saremo e vi aiuteremo!

“Come insegnante delle scuole superiori e collaboratrice dei servizi ASPAL, in particolare per quanto riguarda i progetti sulla parità e la condizione femminile, che hanno avuto grande importanza e valenza educativa per le classi coinvolte, desidero esprimere piena solidarietà agli operatori che in questo periodo sono stati costretti a interrompere le loro attività. Credo che qualsiasi comunità debba ritrovare obiettivi e motivazioni da condividere, forse ancor più nei periodi di crisi economica e che però ci siano priorità da rispettare anche se spesso in contrasto con i bilanci. Una città dove la cosiddetta cultura è all’ultimo posto, che non può usufruire di un teatro comunale o di tutti i servizi della biblioteca, già porta a quello che la Jourcenar definiva “l’inverno dello spirito”. Se poi a questo si aggiunge il valore inestimabile dei servizi sociali in senso ampio, ci si riduce a piccoli gruppi apparentemente privilegiati ma realmente solo impoveriti. Spero che tale disagio sia compreso da chi può affrontarlo e superarlo e che si trasformi davvero in bene comune.”

 

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