Autore Redazione
venerdì
9 Agosto 2013
00:00
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Politica - Casale Monferrato

I cittadini chiedono un’assemblea pubblica per discutere del chiosco della discordia

I cittadini chiedono un’assemblea pubblica per discutere del chiosco della discordia

L’associazione ‘CasaleBeneComune‘ vuole avere garanzie dall’amministrazione sulla futura installazione del discusso chiosco nei giardini storici di viale Crispi. I cittadini sono preoccupati per il declassamento acustico dell’area verde e hanno chiesto quindi al Comune la convocazione di un’assemblea aperta. Servirà, secondo l’associazione, ad avere un’adeguata informazione su quanto accadrà ai giardini e permetterà di dare voce alle considerazioni dei cittadini.

L’associazione auspica che, “a partire da questo Consiglio Comunale, la Giunta di Casale si incammini sulla strada della partecipazione e dell’inclusione, dimostrando capacità di comunicazione e di ascolto e la reale volontà di “stare dalla parte del cittadino. Alcuni politici pensano che la partecipazione di attori non istituzionali alle scelte dell’amministrazione “eroda potere”, perché ritengono di essere loro i “mediatori degli interessi” e pensano che i cittadini non possano portare contributi qualificati. In realtà la partecipazione consente di acquisire maggiore consapevolezza della complessità che si deve governare (bisogni sempre più diversificati, realtà sociali in continuo cambiamento,  questioni ambientali sempre più pressanti e rilevanti…) ed è uno strumento importante non solo per chi deve decidere le scelte politiche, ma anche per chi svolge un ruolo tecnico, perché favorisce la comprensione delle diverse posizioni. La partecipazione è, inoltre, un modo per responsabilizzare i cittadini sulle scelte fatte, perché in tal modo sentono di avere un ruolo attivo nel sistema sociale e di esserne parte significativa e responsabile come lo sono le istituzioni.
Il rapporto tra la memoria di un luogo e la sua ridefinizione è proprio uno di quegli ambiti in cui la partecipazione è indispensabile: riqualificare un quartiere, ristrutturare un edificio, ridefinire un parco è sempre un intervento sulla memoria. La  memoria di quel luogo è in rapporto al territorio e a chi vi abita. Mantenere la memoria può essere una scelta così come lasciare aperta la possibilità per re-inventare il luogo fuori da un possibile rapporto con la sua storia pregressa.
Chiediamo al Sindaco, quale massima autorità politica del nostro Comune, di farsi carico di tale processo e di essere garante degli interessi di chi non ha possibilità di far sentire la sua voce: le generazioni future, che debbono essere considerate in qualunque progetto che abbia implicazioni di carattere ambientale.” 

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