Autore Redazione
giovedì
19 Gennaio 2017
05:00
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Politica - Tortona

Sindaci del tortonese delusi dall’Asl. Intanto depositate 2500 firme per il referendum sulla riforma sanitaria

Clima rovente tra sindaci del tortonese e l'ASL: il piano di riorganizzazione delle strutture ospedaliere starebbe procedendo troppo a rilento. E in Regione arrivano 2500 firme per avviare l'iter referendario sulla riforma sanitaria.
Sindaci del tortonese delusi dall’Asl. Intanto depositate 2500 firme per il referendum sulla riforma sanitaria

TORTONA – I sindaci del Tortonese sono delusi per lo stato della riorganizzazione delle strutture ospedaliere di Tortona a seguito della riforma sanitaria regionale. In un incontro di martedì scorso a cui hanno partecipato Gianluca Bardone, sindaco di Tortona, e i primi cittadini di Castelnuovo, Fabbrica Curone, Spineto e Viguzzolo, è stato criticato l’operato dell’Asl AL, che non starebbe rispettando i tempi previsti per l’attuazione del Piano Aziendale.

E’ apparso palese ai presenti – ha chiosato Bardone – “che, se l’attività di soppressione dei reparti con il loro spostamento presso altra sede è stata portata a compimento nel rispetto del crono programma previsto, l’opera di ricostruzione e ridistribuzione degli spazi all’interno dell’Ospedale trova grossi rallentamenti a procedere. Anche nei rapporti con la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, che dovrebbe essere un partner indispensabile nell’opera di valorizzazione del nostro ospedale ed in particolare nel costruendo reparto di fisiatria l’atteggiamento della Direzione Generale non è stato inclusivo ed efficace“. Quest’ultimo fatto è in riferimento all’esclusione dei sindaci da parte dell’Asl in un incontro tra l’azienda e la Fondazione in cui si sarebbe dovuto fare luce sullo stato di attuazione dei lavori.

Ad aggravare le paure dei primi cittadini ci sarebbero la mancate risposte da parte del direttore generale dell’Asl, Gilberto Gentile, alle domande di Bardone che ha chiesto rassicurazioni sullo stato di ricostruzione della sanità tortonese.

Per tutelare i servizi ai cittadini, quindi, i sindaci stanno valutando diverse azioni, tra cui anche quella di aprire un canale di dialogo con il Comitato Promotore per il referendum abrogativo della riforma sanitaria piemontese.

Intanto, proprio ieri sono state consegnate all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale 2500 firme (600 quelle necessarie) per avviare l’iter istituzionale e richiedere il referendum abrogativo. Se verrà giudicata l’ammissibilità, allora partirà la raccolta di altre 60.000 firme indispensabili per indire la consultazione popolare.

E il Comitato Salviamo gli Ospedali ha colto nuovamente l’occasione per criticare la riforma sanitaria regionale. “I risultati della revisione imposta da Saitta e Chiamparino sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto Gian Luca Vignale, presidente del Comitato, “barelle nei corridoi, liste di attesa lunghissime, ospedali chiusi o declassati, pazienti che ad oggi non sanno dove e quanto distante da casa saranno curati. A questo si aggiunge il taglio programmato sulle cliniche private convenzionate che determinerà, oltre a un calo delle prestazioni pubbliche, anche una drammatica ricaduta negativa sull’occupazione. Un’altra drammatica conseguenza di questa riforma è l’aumento della mobilità verso altre regioni con un aumento dei costi a carico del Piemonte e dei disagi per i cittadini. Il tema è sentito da tutti i cittadini e amministratori locali, che a gran voce da mesi stanno chiedendo alla giunta regionale un passo indietro e una programmazione sanitaria condivisa con il territorio e scritta a misura di paziente e non di bilanci”.

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