Autore Redazione
giovedì
16 Febbraio 2017
01:50
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Politica - Valenza

Troppo disfattismo a Valenza: “la città ha bisogno di ottimismo e di giovani”

Troppo disfattismo a Valenza: “la città ha bisogno di ottimismo e di giovani”

VALENZA – Troppi post pessimisti e così Antonio Macaioni, 33 anni, ha liberato le dita e le ha sgranchite sulla tastiera per liberare un piccolo consiglio e soprattutto una ventata di ottimismo alla sua Valenza. Antonio vive all’estero da dieci anni e ora è a Bruxelles dove lavora per Medècines Sans Frontières. Nonostante la distanza osserva sempre la sua città attraverso le notizie sul web o i social network ed è proprio dal suo osservatorio che ha notato lo scoramento di molti cittadini valenzani. Mercoledì quindi non ha resistito e dopo “l’ennesimo” post disfattista su facebook ha invitato tutti a un atteggiamento più costruttivo e non disfattista: “la mia riflessione non è assolutamente di carattere politico, è uno sfogo con e verso i miei concittadini che sottovalutano la città, la ignorano e la deprezzano fino a disprezzarla. È un atteggiamento che secondo me è autolesionista e distruttivo. È come quando da ragazzino fai qualche marachella e la mamma ti dice: ‘solo in questa famiglia succedono queste cose’. No, non è vero, succede dappertutto. La crisi è ovunque e la forza dei valenzani è sempre stata l’inventiva, la capacità di rimettersi in moto. In 20-30 anni ci siamo seduti sull’oro, è vero, ma è diventato la nostra forza. Dobbiamo usare quella forza, magari abbinandola ad altre cose. Un connubio tra cibo e oro, oro e cultura, o non so cos’altro.”

Per Antonio il rischio è che la visione negativa possa diventare una scusa destinata a immobilizzare, capace di impedire ogni cambiamento: “purtroppo è molto più facile scrivere ‘che schifo questa città’ anziché proporre soluzioni costruttive. A dicembre ero a Valenza per incontrare parenti e amici, e in biblioteca mi hanno parlato degli incontri organizzati in piazzetta, degli eventi organizzati dai commercianti. Insomma c’è gente che ha voglia di fare. Invece di criticare aiutiamola. Oppure, se davvero non ha fatto bene, muoviamoci noi per fare le cose meglio”. (prosegue)

“Quello che manca è un’azione a beneficio dei givani, loro hanno uno spirito positivo”
(A. Macaione)

È vero, da alcuni anni Valenza si è lasciata andare – confessa Antonio. Mancano i mezzi alle amministrazioni per rimettere a nuovo le strade, occorre una maggiore cura per il decoro urbano però è una città perfetta per la famiglia. Mia moglie è veneta, viveva sulle Dolomiti, e ha detto che Valenza è bellissima, perfetta per una dimensione famigliare. Quello che manca, ma è una questione generale, è l’azione a beneficio dei giovani o delle fasce d’età sotto i 50. Alla lunga quest apolitica la paghi.

L’assenza di questa attenzione verso i più giovani “incide anche sull’entusiasmo di chi avrebbe voglia di fare. Mancano luoghi di aggregazione, la piscina è stata lasciata andare. Le opportunità ci sono ma bisogna rivolgersi ai giovani, loro hanno uno spirito positivo“.

Da lontano peraltro Valenza è comunque un punto di riferimento, nonostante la visione triste che molti cittadini ne danno: “io abitavo ad Anversa e quando arrivai dissi di essere di Valenza e mi dissero subito: ‘ah, Valenza, Gioielli, diamanti, insomma aveva già capito tutto“.

Il post e le riflessioni di Antonio non hanno alcuna ricetta ma già il suo ottimismo ha avuto il merito di far virare sul sorriso i toni di molti commenti sul social valenzano. Antonio ha 33 anni, adesso è lontano dalla sua città e la sua energia servirebbe qui. Ma forse ha ragione lui, Valenza deve fare ancora molto per far sentire i giovani protagonisti e indurli a non lasciare la città o almeno a desiderare di tornare.

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