Autore Redazione
martedì
21 Febbraio 2017
05:13
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Politica - Alessandria

Barosini sulle liste d’attesa: “per un intervento di cataratta durano anche due anni”

Parla l'esponente della lista civica SiAmo Alessandria
Barosini sulle liste d’attesa: “per un intervento di cataratta durano anche due anni”

ALESSANDRIA – Riceviamo e pubblichiamo la lettere dell’esponente della lista civica SiAmo Alessandria, Giovanni Barosini. 

Le liste di attesa rappresentano un fenomeno percepito dai cittadini come una forte criticità dei moderni sistemi sanitari, in quanto compromette l’accessibilità e la fruibilità delle prestazioni da erogare.
Compito prioritario delle Aziende sanitarie è ridurre i tempi di attesa per le prestazioni, ottimizzare le risorse ed offrire un servizio sempre più rispondente ai bisogni di salute.
Uno degli aspetti più importanti è quello di differenziare le prestazioni a seconda del tipo di indagine: se si tratta di un problema acuto la lista di attesa deve prevedere tempi minori, se è un problema risolvibile a medio tempo è necessaria un’altra lista di attesa e infine deve essere programmata la prevenzione.
A tale scopo è importante rendere omogeneo il sistema dei CUP delle varie ASL regionali (in modo che si “parlino” tra loro), includendo necessariamente il recall telefonico per ridurre al minimo il problema degli appuntamenti non rispettati, che di fatto creano ritardi. 

E’ necessario agire quindi su più fronti.

A) Miglioramento dell’appropriatezza delle prescrizioni e della presa in carico, prevedendo azioni a sostegno di un maggior raccordo tra medici prescrittori ed erogatori, anche attraverso percorsi formativi: è ormai risaputo che le liste di attesa non si ridurranno mai se non si aggredisce il rubinetto delle prescrizioni inappropriate;

B) Semplificare le prenotazioni, i pagamenti e le disdette consolidando il sistema multicanale di prenotazione presso gli sportelli ASL, farmacie, parafarmacie, CUP telefonici estendendo il recall;

C) Più prestazioni a disposizione dei cittadini, 7 giorni su 7: l’aumento dell’offerta di visite specialistiche ed esami diagnostici sarà garantito attraverso l’incremento delle attivita’ ambulatoriali tanto negli ospedali che nel territorio, con apertura dei punti di erogazione per tutto il giorno, anche tutti i giorni, e l’acquisto di prestazioni aggiuntive dal privato accreditato (ad es. RMN, TAC, ecografie e visite specialistiche particolarmente richieste); a supporto dell’incremento dell’offerta di visite ed esami specialistici le ASL dovrebbero introdurre forme di overbooking dinamico, modellato sulle singole prestazioni.

Quest’ultimo punto è quello più facilmente ed immediatamente realizzabile, perchè è sufficiente rivedere l’organizzazione del lavoro con scelte condivise con gli operatori (attraverso accordi sindacali), nonchè coinvolgere se necessario il privato accreditato.

Ma nel nostro territorio cittadino ciò non si è verificato: è paradigmatica la situazione della medicina dello sport (di cui mi sono interessato personalmente), con scelte che sono orientate in direzione diametralmente opposta a quelle universalmente indicate per ridurre le epiche liste di attesa. 

Ricordo che in questo caso in Alessandria si è ridotto del 20% l’attività dell’ambulatorio ASL e (per sopire le critiche), si è contestualmente instaurata una pseudo-convenzione con il privato accreditato: dico pseudo perchè tale opportunità vige solo per i maggiorenni, escludendo i minorenni  dall’esenzione ticket (di cui dovrebbero beneficiare) ed obbligandoli a pagare. 

Questa scelta contravviene ad un obbligo dei Livelli Essenziali di Assistenza: è chiaramente una scelta che non migliora l’efficacia e non si avvicina ai bisogni dei cittadini: il tutto con il silenzio del sindaco (e del partito che rappresenta) che non ha difeso gli interessi dei cittadini.

E cosa dire della lista d’attesa per un intervento di cataratta? Chi telefona all’azienda ospedaliera per fissarli (dopo aver aspettato sugli otto mesi per la visita oculistica) deve attendere due anni l’operazione!!!
Ma i tecnici messi al vertice delle aziende sanitarie locali invece di rispondere in maniera manageriale a questi problemi usando tutta la loro capacità di governo della amministrazione per favorire i pazienti assorbono il loro tempo e le già risicate risorse economiche a disposizione a “lanciare” “l’ospedale di ricerca”. 

Attività lodevole peccato solo che competa al livello politico decidere con una corretta programmazione locale, regionale e nazionale come si governa la salute della comunità locale e del Paese. Questi tecnici come sperano di rispondere ai bisogni dei cittadini? Con proclami e buchi di bilancio? In momenti come questi sarebbe meglio fare efficienza, appropriatezza e trovare soluzioni il più possibili condivise per ridurre gli sprechi e garantire gli stessi servizi ai cittadini. Così non è.

Le grandi “visioni” riorganizzative (nuovo ospedale a livello europeo !!!) non sono fatte per questa fase economica. Portano con sè gravi rischi di tenuta e generano divisioni in un momento in cui bisognerebbe invece sfruttare la forza di obiettivi condivisi. 
L’autoreferenziabilità lascia solo macerie e noi ci auguriamo che queste macerie non siano quelle del sistema sanitario Alessandrino.

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