Autore Redazione
mercoledì
22 Febbraio 2017
05:52
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Politica - Alessandria

Partito Democratico: anche in provincia c’è chi resta e chi se ne va

I senatori Daniele Borioli e Federico Fornaro a confronto sulla imminente scissione
Partito Democratico: anche in provincia c’è chi resta e chi se ne va

PROVINCIA – La scissione della minoranza Pd che si sta consumando a livello nazionale coinvolge pure due esponenti della provincia di Alessandria, entrambi seduti sugli scranni di Palazzo Madama. Anche i senatori Daniele Borioli e Federico Fornaro, infatti, sono destinati a dividersi. Se infatti il primo resterà nel partito, il secondo seguirà l’ex segretario Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Enrico Rossi in un nuovo soggetto politico.

E’ una rottura politica, quindi ovviamente con Daniele non c’è nulla di personale” ha sottolineato a Radio Gold lo stesso Federico Fornaroi rapporti di amicizia di stima resteranno, rimaniamo comunque nel centrosinistra. In questi giorni tanti amici e segretari di circolo mi invitato a cambiare idea. Li ringrazio, è stato un gesto di affetto che ho apprezzato ma c’è un momento dove occorre avere il coraggio di fare le cose in cui si crede. Ho sempre detto che il Pd era casa mia ma qualcuno ha cambiato le chiavi di ingresso. Sono venuti al pettine nodi creati da lungo tempo, è emersa una diversità sul modo di intendere la vita di una comunità chiamata partito. Matteo Renzi non ha compreso le ragioni del nostro disagio e ha preferito operare con un modus operandi da capo corrente. Il Pd si è trasformato in un partito personale. Quando, 10 anni fa, era stato fatto uno straordinario sforzo per mettere insieme culture, storie e ambizioni personali diverse non pensavamo certo di arrivare a questo punto. Vogliamo creare il nuovo centrosinistra dopo che Renzi ha cambiato la natura stessa del Pd, rinnegando il suo progetto fondativo.”

E’ un errore grave, una situazione drammatica per un partito che ha nelle mani molto del futuro dell’Italia e dell’Europa” ha invece sostenuto ai nostri microfoni Daniele Borioliquesta scissione è uno spartiacque che rischia di far precipitare il paese nell’incertezza, in un momento delicato dal punto di vista economico e sociale. Lavorerò fino all’ultimo per cercare di evitarla e per far sì che, tra le forze di centrosinistra, non si crei una deflagrazione anche livello locale vista l’importante partita per il futuro di Alessandria che avrà luogo a breve. Dividermi politicamente da Federico Fornaro mi addolorerebbe molto, e mi auguro che non si perda un  ragionamento comune sul governo locale della città. Io resto nel Pd e lavorerò per costruire condizioni di pluralismo interno, affinché il partito che guardi a temi come il contrasto alle diseguaglianze, al recupero del rapporto con i ceti medi, con le piccole imprese, con quel pezzo di società italiana che da tempo ci ha voltato le spalle, non solo da tre anni. E’ importante costruire una candidatura in grado di tenere in orbita Pd culture e aspirazioni che rischiano di andare altrove. Ritengo che il ministro Andrea Orlando possa essere  un buon interprete di questi sentimenti politici. Ho sostenuto lealmente il governo Renzi, penso sia stato utile per il Paese, ma questa a scissione rende necessaria una linea politica diversa, non in contrasto con quella di Renzi ma che renda il Pd più plurale e non monolinea.”

A breve, quindi, al Senato e alla Camera nasceranno dei nuovi gruppi parlamentari: “non abbiamo ancora deciso né il nome né i ruoli apicali, a testimonianza del fatto che la scissione non era uno scenario già in previsione come in tanti hanno sostenuto” ha aggiunto Fornaro “io capogruppo? Non lo so ed è l’ultimo dei miei pensieri, non ambisco a questo ruolo. Di solito poi la scelta non cade di certo su chi è al primo mandato come me. La tenuta del Governo Gentiloni? Noi confermeremo la piena fiducia chiedendo che venga data priorità alla lotta alla povertà,  al lavoro e al contrasto alla disoccupazione giovanile, alla scuola e alla legalità. Questi sono per noi i quattro punti fondamentali. Se dipendesse da Renzi, invece, si andrebbe a votare domattina. Se la scissione rischia di indebolire il centrosinistra? C’è stata una scissione silenziosa, quella tra noi e gli elettori. Il nostro obiettivo è ricucire con quel mondo, se ci riusciremo il centrosinistra ne uscirà arricchito e la sinistra riformista avrà più forza.”

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