Autore Redazione
martedì
6 Giugno 2017
05:35
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Politica - Acqui Terme

Terzo Valico: a Sezzadio i Comitati contro lo smarino a cava Opera Pia

Forte anche la contrarietà alla bozza di revisione del Piano di Tutela delle Acque: "Contemplata la possibilità di costruire discariche di rifiuti". L'assessore Valmaggia precisa: "Ammessi quelli non pericolosi. L'amianto? Sotto terra non crea problemi."
Terzo Valico: a Sezzadio i Comitati contro lo smarino a cava Opera Pia

SEZZADIO – A Sezzadio si apre un altro fronte per la difesa del territorio. Dopo cinque anni di proteste contro il progetto di discarica a Cascina Borio i Comitati di Base della Valle Bormida, Sezzadio Ambiente, gli agricoltori e Vivere a Predosa hanno confermato il loro impegno per la salvaguardia della falda acquifera dopo che il Cociv ha inserito nel piano cave anche la cava Opera Pia 2, del Comune acquese, destinandola quindi al deposito dello smarino della Grande Opera.

Questo nonostante lo stesso Cociv affermi nei suoi documenti che il sito prescelto sia classificato come ad elevato rischio alluvione, collocato sopra le aree di Ricarica Falde inserite nel Piano di Tutela delle Acque e vicino a un sito di interesse comunitario naturalistico come la “Bormida Morta”” hanno sottolineato i Comitati. “Basti pensare poi a quanto successo lo scorso novembre, quando anche la Cava Opera Pia 2 è stata completamente riempita dalla piena.” “Ci rivolgiamo al Commissario Iolanda Romano” ha detto Piergiorgio Camerin “Siamo pronti a respingere anche questa minaccia, siamo tanti. Chiameremo a raccolta anche i comitati fuori provincia. Non vogliamo certo che il problema diventi di ordine pubblico, siamo persone di buon senso e pacifiche ma obiettivamente stanno tirando troppo la corda.

I Comitati di Base, Sezzadio Ambiente e gli agricoltori hanno espresso la propria soddisfazione per la dura presa di posizione del sindaco di Sezzadio Piergiorgio Buffa sull’inserimento di Opera Pia 2 nel Piano Cave. “Ci riserviamo fin d’ora la facoltà di prendere tutti i provvedimenti del caso che la legge ci concede per impedire tali conferimenti” ha sottolineato il primo cittadino “e utilizzare tutte le forze a nostra disposizione per effettuare controlli su ogni singolo camion che  dovesse transitare nel territorio comunale di Sezzadio, nel caso questa richiesta non venisse valutata positivamente e i siti identificati non vengano definitivamente stralciati dal piano cave in discussione.”

Nel frattempo la Conferenza dei Servizi sul nuovo Piano Cave, prevista inizialmente per questo martedì, è stata rinviata al 4 luglio.

A dieci giorni dal corteo ad Alessandria, poi, gli organizzatori hanno anche espresso il loro sdegno verso la bozza di revisione del Piano di Tutela delle Acque: “E’ stata contemplata la possibilità di costruire discariche di rifiuti proprio come quella richiesta dalla Riccoboni e di conferire amianto sopra queste aree. Il tutto senza contraddittorio, in netta contrapposizione con chi da anni cerca di tutelarle ed in gran segreto.”

Contattato da Radio Gold l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia ha però sottolineato il fatto che nessuna decisione sia stata ancora presa. “Il nostro è un discorso più complesso del “discarica sì o no”” ha dichiarato Valmaggia ai nostri microfoni “le conclusioni che ho letto non sono vere. La bozza prevede che le discariche siano realizzate con criteri ancor più restrittivi di quanto prevede la normativa vigente e che in tutte le aree di ricarica non è ammessa la costruzione di discariche per rifiuti pericolosi. Conferire amianto? Sarebbe possibile. L’amianto è un materiale naturale che proviene dalle rocce, presente in natura, pericoloso nell’aria ma innocuo in un ipotetico veicolo acquoso. Basti pensare che molti tubi degli acquedotti del nostro territorio sono costruiti con materiali fatti anche in amianto. L’amianto sotto terra non crea problemi, non c’è percolazione e non crea inquinamento attraverso l’acqua. Stiamo definendo una delibera per la salvaguardia delle aree di ricarica degli acquiferi dagli inquinamenti da fitofarmaci, dai dilavamenti urbani, dai possibili contaminanti legati all’industria, dagli eventuali siti che smaltiscono rifiuti.”

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