Autore Redazione
martedì
24 Gennaio 2017
08:00
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Eventi - Piemonte

“Gl’innamorati” all’Alfieri di Asti

Come la giovane compagnia "Il Mulino di Amleto" e il suo regista Marco Lorenzi rileggono un classico di Goldoni
“Gl’innamorati” all’Alfieri di Asti

ASTI – La  stagione di Prosa del Teatro Alfieri di Asti continua, martedì 24 gennaio, alle 21, con “Gl’Innamorati” di Carlo Goldoni, una produzione Il Mulino di Amleto / Tedacà in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, per la regia di Marco Lorenzi. 

“Gl’innamorati” parla della micidiale forza dell’amore dei protagonisti, tanto incontrollabile e anarchica rispetto alla società che Goldoni rappresenta sottilmente intorno a loro, da non poter essere gestita e da generare conflitto, furia e passione”. Marco Lorenzi

Il testo, considerato uno dei classici più rappresentativi del tema dominante la tradizione della Commedia, ovvero l’eterna lite tra l’uomo e la donna sulle ragioni dell’amore, racconta dei contrasti tutti interni, e non imposti dalle circostanze, di una giovane coppia, sullo sfondo di una società in decadenza dove le apparenze mostrano un benessere ormai perduto.

Goldoni ambienta la storia in una sorta di camera iperbarica, un salotto dove non trapela nulla della società intorno a loro. La borghesia in crisi è incarnata dallo zio Fabrizio (nella commedia zio di Eugenia che vive un tormentato rapporto con l’innamorato Fulgenzio), metafora del disagio del suo ceto sociale”, racconta Lorenzi, “ Fabrizio è disposto a impegnare tutti i suoi beni, vive al di sopra delle sue possibilità e racconta di una ormai passata era di agi”.

Volutamente la lettura del testo Goldoniano rispetta l’originale sia nei fatti che nei dialoghi, coniugando elementi moderni alla preziosità linguistica e facendone risaltare la modernità e comicità tuttora vive. “E’ stata un’operazione curiosa, sono partito dallo studio di Goldoni e delle sue connessioni con la modernità”, spiega il regista,” La rimaneggiatura del testo è stata fatta solo in funzione delle parti che ci sembravano non parlare più all’oggi (quelle che riguardano la servitù, per esempio), per il resto il linguaggio originale è stato mantenuto inalterato , facendolo esplodere e diventare il più possibile rock”.  E proprio rock sono le musiche composte da Davide Arneodo  (del gruppo Marlene Kuntz), che si fondono in modo singolare con un allestimento fedele e, al contempo, moderno.

Di solito leggiamo Goldoni influenzati dalle precedenti messe in scena. In realtà Goldoni scriveva per i suoi contemporanei ed era contemporaneo a se stesso. Se ci sforziamo di leggerlo oltre i goldonismi, ovvero i cliché,  e vediamo le dinamiche tra i personaggi nella loro verità, vediamo anche quanto è pazzo il rock Goldoni. Di conseguenza chiedere a Arneodo  dei Marlene Kuntz di collaborare al lavoro è stato semplicemente il raccontarci cosa leggevamo in questo testo. Goldoni è modernissimo ed è per questo che ci interessa così tanto: è la lingua teatrale che ci è stata regalata. Noi, in quanto compagnia giovane, siamo affascinati da lui perché ha a che vedere con i nostri archetipi “.

I  costumi  sono settecenteschi e bellissimi, frutto di una precisa scelta estetica per “operare un crash tra i cliché goldoniani e un’attualizzazione pertinente. Il lavoro sui costumi è stato fatto per dare uno sguardo che mantenesse una distanza dal testo, per continuare a farlo rimanere un classico, pur se profondamente riletto in chiave moderna”.

Sul palco Fabio Bisogni, Roberta Calia, Andrea Fazzari, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi e Raffaele Musella.

Qui la recensione su RadioGold

Biglietti 20 euro (15 euro loggione). Per informazioni e prenotazioni: 0141.399057-399040.

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