Autore Redazione
sabato
4 Febbraio 2017
00:47
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Eventi - Valenza

Il consumismo nelle relazioni amorose. Recensione di “Love date” al Teatro Sociale di Valenza

Il consumismo nelle relazioni amorose. Recensione di “Love date” al Teatro Sociale di Valenza

VALENZA – “Non saremo mai veramente pronti”

Sembrano vivere per caso i protagonisti di “Love Date”, spettacolo scritto e diretto dal giovane regista Luca Zilovich e presentato , venerdì  3 febbraio, al Teatro Sociale di Valenza, di fronte ad un numerosissimo pubblico.

“Love date” ha già ottenuto riconoscimenti importanti (premiato all’edizione del 2013 del concorso “Autori nel cassetto attori sul comò”, organizzato dal Teatro Lo Spazio di Roma, in finale nel 2016 per il premio “Laura Casadonte” di Crotone) per la modernità del linguaggio e l’attualità del tema. Le relazioni amorose, di cui si parla, sono quelle plasmate dalla società liquida teorizzata da Zygmunt Bauman, prive di un valore durevole e necessariamente di breve durata.  Il consumismo si estende anche ai sentimenti e il supermarket diventa il web con le chat e gli incontri che ne conseguono.

Le frasi sono asciutte, proprio come messaggi virtuali, e presagiscono un vuoto di significato. La gestualità pare riassumere rapporti vissuti senza le tappe necessarie al loro svolgimento. E poi l’amore, o ciò che si crede tale, che diventa possesso e invasione, la superficialità che induce alla ricerca di incontri vuoti e senza conseguenze, in ultimo l’incapacità di perdonare. Temi di sempre, accomunati dal tratto della pochezza sentimentale. Anche l’amore che genera gelosia non ha le caratteristiche della passione, sembra un capriccio.

Il tema è interessante e ben svolto, la regia ha un taglio giovane e plastico nelle movenze e nella successione delle scene. Bene in parte Michele Puleio, credibile nell’inconsapevolezza del suo fare e nella mancanza di obiettivi di azioni pur gravi.  Lo spettacolo non raggiunge subito il ritmo dovuto, alcuni dialoghi hanno un tono un po’ dimesso e le due interpretazioni femminili (Erica Landolfi e Maria Rita Lo Destro) sono a tratti acerbe e perfezionabili.  Migliore il dinamismo nella seconda parte e veritiero l’epilogo, un memento della dimenticanza soprattutto in amore, che non consente di tesorizzare alcuna esperienza precedente.

Moltissimi applausi, addirittura delle ovazioni al Teatro Sociale di Valenza.

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