Autore Redazione
mercoledì
22 Marzo 2017
01:01
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Eventi - Alessandria

Tra atmosfera crepuscolare, poesia e parlata toscana. Recensione di “Sorelle Materassi” al Teatro Alessandrino

Tra atmosfera crepuscolare, poesia e parlata toscana. Recensione di “Sorelle Materassi” al Teatro Alessandrino

ALESSANDRIA – Un sottile equilibrio tra commozione, ironia e sprazzi grotteschi è il carattere di “Sorelle Materassi”, bella riduzione teatrale di Ugo Chiti, presentata martedì 21 marzo al Teatro Alessandrino, con la regia di Geppy Gleijeses e la produzione di Gitiesse Artisti Riuniti in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi. In scena un cast d’eccezione in cui spiccano Milena Vukotic,  Lucia Poli e Marilù Prati.

Il romanzo di Palazzeschi verte sull’amore cieco dalle sfumature patologiche delle due sorelle Teresa e Carolina Materassi, nubili e dedite al lavoro di ricamatrici, nei confronti del nipote, figlio di un’altra sorella mancata, che le riduce, con la sua dissolutezza, alla povertà.

L’allestimento diretto da Gleijeses riassume la storia precedente della famiglia e la totale dedizione al lavoro delle protagoniste in una scena iniziale. Dietro un velo in controluce le due donne sono ricevute in udienza dal papa, che ha ammirato un loro lavoro di ricamo. Appare una punta grottesca nelle loro sagome che rivelano da subito caratteri e posture differenti. Teresa è interpretata da Lucia Poli, eretta, volitiva e ciarliera, mentre Milena Vukotic è una Carolina curva, timida e sognante, che sembra uscita da una poesia di Gozzano.  Caduto il velo, la casa-laboratorio è suggerita da pareti damascate e da un arco su cui si apre un giardino di alberi spogli (se non fossero nudi, parrebbe di essere sulla scena del Giardino dei ciliegi). Singolare l’idea di non utilizzare stoffe per suggerire il lavoro di cucito, ma affascinanti l’essenzialità e il senso di mancanza di vita che trasuda dall’apertura verso un esterno mortifero.

Il taglio registico accentua dovutamente le differenze caratteriali delle protagoniste, avvalendosi di interpretazioni di grandissimo spessore ed esperienza sin nelle minime sfumature della voce. Carolina/Milena Vukotic mantiene una postura leggermente ricurva e cammina a piccoli passi, sembra non avere peso. Il suo attaccamento viscerale al nipote Remo (Gabriele Anagni, che accentua bene il lato brutale del personaggio, ma che si preferirebbe più fascinosamente fatale) è fatto dell’ingenuità e delle moine di una ragazza mai cresciuta. Teresa/Lucia Poli è dura nella voce e nei gesti, ma, come da testo, cede ugualmente ad ogni richiesta esosa di Remo. In lei la forzata repressione della femminilità emerge con più vigore e con qualche espressione più sottolineata. Per entrambe l’attaccamento al nipote ha il colore dell’infatuazione cieca di chi nulla ha avuto dal punto di vista sentimentale e carnale. La voce della lucidità è quella della terza sorella Giselda, una Marilù Prati molto convincente nella parlata toscana cinicamente ironica. Ritornata a vivere nella casa d’origine dopo un matrimonio fallito, e per questo disprezzata, intuisce il folle innamoramento delle due sorelle maggiori e la catastrofe imminente. Le sue ragioni, esposte in modo colorito e boccaccesco, fanno emergere ancora una volta l’elemento grottesco sotteso al tutto. Proprio in questo tono, come era iniziata, si chiude la commedia. Il matrimonio di Remo con una ricca americana è vissuto come un abbandono catastrofico durante il quale Teresa e Carolina si presentano tragicomicamente vestite  da attempate spose.

Un ottimo allestimento che si impone per l’esaltazione delle psicologie e delle debolezze, per l’andamento snello e ben organizzato della storia, per l’atmosfera di piccolo cosmo privo di vita, resa attraverso il contrasto interno/esterno. Su tutto un grande cast, all’interno del quale va lodata la Niobe (la serva) di  Sandra Garuglieri, che commuove e fa sorridere nel suo ottimismo popolano e fallibile. In scena, con i protagonisti già citati, Luca Mandarini e Roberta Lucca.

Parecchi applausi anche a scena aperta al Teatro Alessandrino per il penultimo appuntamento della riuscita stagione teatrale con la direzione artistica di Massimo Bagliani. La prossima data del cartellone sarà giovedì 20 aprile con “Diana e Lady D” con Serena Autieri.

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