Autore Redazione
sabato
15 Maggio 2021
05:21
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Community Gold - Alessandria

Ddl Zan, Tessere Le Identità: “Non limita le opinioni”

Ddl Zan, Tessere Le Identità: “Non limita le opinioni”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Da oggi noi di Tessere Le Identità iniziamo una nuova avventura insieme a Radio Gold, che ringraziamo per lo spazio che ci mette a disposizione per parlare di quei temi che coinvolgono la comunità LGBTQIA+. La nostra idea è quella di creare un momento di condivisione per raccontare e descrivere cosa si muove all’interno della nostra comunità, in continua crescita ed evoluzione. In questo spazio cercheremo di spiegare cosa, ma soprattutto chi, sta dietro a quelle sigle che sentiamo e vediamo sui giornali e sui social e cosa anima quelle tematiche che diventano spesso fonte di dibattito pubblico su molti fronti. Vi ringraziamo già ora per il percorso che farete insieme con noi e per tutti commenti e domande che ci vorrete fare!

Nel valutare quale poteva essere il primo argomento di cui scrivere, ci è subito sembrato importante non tralasciare l’argomento che da mesi occupa la stampa e il dibattito generale quando si parla di comunità LGBTQIA+: il Disegno di Legge “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” meglio nota come Disegno di Legge (DDL) Zan. Proprio questo sabato alle 17 si terrà un presidio su questo tema, in piazza Santa Maria di Castello, ad Alessandria.

Ma di cosa tratta questo DDL e qual è il suo obiettivo? Il DDL inizia con una serie di definizioni su sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale. Queste definizioni servono per aiutare chi deve applicare questa legge a capire meglio di che cosa si sta trattando. Successivamente, viene indicato in che modo si vuole attuare questa prevenzione. Per farlo, il DDL propone di aggiungere la seguente frase “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità” all’Art. 604-bis del Codice Penale conosciuto generalmente come Legge Mancino.

Quindi il primo obiettivo del DDL Zan è quello di allargare l’area di copertura di una legge già esistente per i reati per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, aggiungendo i reati contro persone della comunità LGBTQIA+, donne e persone con disabilità. Non si creano quindi reati nuovi o leggi particolari, ma si fornisce uno strumento aggiuntivo ai giudici che valuteranno se la vicenda a giudizio (per esempio una violenza fisica o verbale su una persona) sia stata istigata dall’odio per una caratteristica della vittima e possano quindi aumentare la pena inflitta.

Ma il legislatore ha deciso di non fermarsi soltanto a sanzioni e come altro importante obiettivo, il DDL propone alcuni strumenti per aiutare a diffondere una cultura di parità e contrasto alle violenze verso le persone LGBTQIA+. Il primo strumento è l’istituzione di una Giornata Nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, il 17 Maggio, già festeggiato da tutte le comunità LGBTQIA+ del mondo perché il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Salute ha ufficialmente rimosso l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Questa Giornata è già riconosciuta dalle Nazioni Unite dal 2004 e dall’Unione Europea dal 2007.

Le Giornate Nazionali hanno lo scopo di far riflettere chiunque sugli obiettivi raggiunti e di proporne di nuovi per l’anno a venire sulle tematiche trattate. In questo caso, il secondo strumento che il legislatore vuole mettere in campo è la possibilità di organizzare cerimonie, incontri e similari in diversi ambiti pubblici tra cui la scuola. Il Disegno di Legge specifica che l’intervento verrà organizzato in collaborazione e in accordo con il Preside e il personale scolastico, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa e del patto educativo di corresponsabilità. Tutto sarà concordato con il Preside e il corpo insegnanti delle singole scuole.

Il terzo obiettivo è quello di istituire su tutto il territorio nazionale una rete di centri di ascolto e anti-violenza, luoghi sicuri dove le persone che subiscono violenza per il loro orientamento sessuale o identità di genere possano trovare rifugio e supporto. Per questa idea si è preso spunto dai centri anti-violenza per la violenza di genere, già molto diffusi su tutto il territorio nazionale e il cui importantissimo lavoro è ampiamente riconosciuto. La creazione di questi centri consente alle istituzioni di avere una visione più precisa dei casi di violenza motivati dall’odio per identità di genere o identità sessuale e di identificarli con chiarezza. Attualmente si stimano più di 130 casi all’anno di aggressioni contro persone LGBTQIA+.

Il DDL nasce da un lavoro di mediazione tra forze politiche per sottolineare la difesa della libertà di espressione. Infatti è stato aggiunto un articolo specifico che riporta “la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte”. L’opinione personale su questi temi non verrà limitata in alcun modo dall’approvazione di una legge. Questo è il Disegno di Legge Zan, la volontà di contrastare un fenomeno di odio e aggressioni nei confronti di alcuni soggetti anche tramite la creazione di momenti di informazione e sensibilizzazione, come già avviene per le discriminazioni basate su etnia, nazionalità o religione.

Foto di SatyaPrem da Pixabay

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