Autore Redazione
venerdì
28 Maggio 2021
05:12
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Libri - Alessandria

Si chiama Slow Journalism il volume che indaga il mondo delle notizie al tempo del web

Si chiama Slow Journalism il volume che indaga il mondo delle notizie al tempo del web

RADIOGOLD – Secondo appuntamento con Ecce Liber, la rubrica di RadioGold ad opera di Simone Sciamè autore di Pane e Sabbia. Questa volta andiamo a raccontare .

Che il giornalismo sia cambiato nel corso degli anni se ne sono accorti tutti. L’avvento dei social network ha rivoluzionato il modo di comunicare le notizie. Scorre un ampio flusso di notizie, a grande velocità (specie le fake news), e le testate corrono e concorrono per essere i primi. Da qualche anno, il click è l’unico mantra per un giornalista. Ma se nell’era degli smartphone, dei social, dell’informazione veloce, chiunque può produrre una notizia, quanto vale il lavoro del giornalista?

L’informazione è in crisi. Per sopravvivere si deve pensare ad attrarre gli inserzionisti, perché competere con i social è un’impresa titanica. Anche il rapporto con i cittadini è cambiato, c’è sempre meno fiducia dei lettori occasionali, oltre a un sostanziale calo delle vendite annue e degli abbonamenti. Che cosa può fare il giornalismo per superare la crisi? È vero che qualcuno ha ucciso il giornalismo? Chi è il colpevole? O ce n’è più di uno?

Alberto Puliafito, Direttore di Slow News, e Daniele Nalbone, Responsabile web de Il Paese Sera e tra co-fondatore de Il Salto, illustrano le criticità del giornalismo odierno in questo libro edito Fandango Libri facendo un’accurata analisi del sistema, presentando la loro migliore proposta: ripartire dallo Slow Journalism – Chi ha ucciso il giornalismo?. Che cos’è? Semplice: è una rivalutazione del metodo, non è un prodotto. Lo slow journalism si prende il tempo necessario per analizzare la notizia per assicurarsi la sua veridicità. L’obiettivo non è produrre quante più notizie per tappare i buchi, per creare traffico, ma è informare correttamente il cittadino. Vuole essere indipendente, finanziato dagli utenti, documentato, affidabile. Lo slow journalism sa che cosa racconta, come lo fa e a chi, ambisce a riconquistare la fiducia dei lettori con un’informazione che strizzi l’occhio al futuro. È un metodo giornalistico volto a migliorare l’alfabetizzazione digitale dei giornalisti, per aiutarli nella fase delicata di transizione tra il vecchio e il nuovo giornalismo. Secondo gli autori, internet non è il male, i social non sono il nemico. È fondamentale però comprendere gli strumenti per non caderne vittime.

Con un ritmo incalzante e con una buona dose di ironia, che non guasta mai, gli autori ci aiutano a capire il vecchio modello di business giornalistico, l’ossessione per i click, i trucchi che le testate utilizzano per attrarre traffico sui social, la fenomenologia del clickbaiting, le fake news, per poi suggerire una soluzione valida, una rivoluzione pacifica e dal potenziale etico e fruttuoso.

Photo by Aaron Burden on Unsplash

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