Autore Redazione
mercoledì
4 Ottobre 2017
17:14
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Cronaca - Alessandria

Sesso con minorenni. Almeno 3 studentesse nella rete dell’imprenditore

L'autotrasportatore, in carcere per prostituzione minorile, si è difeso dall'accusa ammettendo di aver avuto una relazione con una sola studentessa
Sesso con minorenni. Almeno 3 studentesse nella rete dell’imprenditore

ALESSANDRIA – Si toglieva gli anni e usava anche un finto profilo per adescare giovani ragazze su Facebook. Nel primo approccio Giovanni Amato si presentava come “un quarantenne molto generoso“. Di anni, però, l’autotrasportatore residente a Silvano d’Orba ne ha 60, anche 44 in più delle studentesse che ha contattato sulla rete. Per l’uomo, originario della provincia di Cosenza, era “un passatempo” chattare con le giovani ragazze individuate tra i vari profili del social network. Dai primi complimenti e dalle lusinghe l’uomo, però, passava presto a ben più esplicite proposte.

È stato “spudorato” anche con una giovane ragazza comparsa tra i contatti dei suoi giovani amici della rete e subito contattata. Dall’altra parte della tastiera non c’era però la studentessa della foto ma la Polizia. Impegnati nelle delicate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Torino, competente per questa tipologia di reati, gli agenti della Squadra Mobile di Alessandria diretti da Marco Poggi e gli uomini del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno anche creato un finto profilo usando la foto di una modella maggiorenne ma indicando esplicitamente un’età inferiore ai 18 anni. Anche quelle chat hanno poi irrobustito il fascicolo a carico dell’uomo e convinto il Gip ad adottate l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per prostituzione minorile. Difeso dall’avvocato Giuseppe Lanzavecchia di Alessandria l’uomo, anche durante l’interrogatorio di garanzia, ha respinto l’accusa, ammettendo di aver avuto una relazione con una sola studentessa minorenne di cui si era invaghito. Tre sono però le ragazze, oggi tra i 16 e 17 anni, con cui hanno parlato gli inquirenti e che avrebbero consumato con l’uomo rapporti sessuali a pagamento.

In base a quanto accertato durante le indagini, gli incontri avvenivano prevalentemente in un camper nella disponibilità dell’uomo. In alcune occasioni l’autotrasportatore avrebbe portato le ragazze anche in alberghi dell’Alessandrino. Nei registri c’è traccia della presenza dell’uomo in quelle stanze e ora compito degli inquirenti sarà anche quello di capire perché manchi quella delle studentesse minorenni che erano con lui. Nel camper o nei motel si consumavano poi i rapporti sessuali con quelle giovani dall’aspetto delicato che, secondo gli inquirenti, non potevano certo ingannare sulla loro età. Rapporti che l’autotrasportatore pagava da 150 a 600 euro. Denaro che una delle studentesse utilizzava in parte per aiutare la famiglia nelle spese quotidiane e, in parte, per acquistare hashish insieme alle amiche coinvolte nella vicenda.

Con una delle ragazze l’autotrasportatore avrebbe iniziato a chattare già alla fine del 2015 riuscendo poi ad attirare le altre due studentesse. Una di loro avrebbe poi cercato di porre fine a quegli incontri ma l’uomo sarebbe riuscito a tenerla legata a sé minacciando di inviare ai genitori i messaggi e le foto che si erano scambiati anche su WhatsApp. A maggio, poi, una delle studentesse ha deciso di confidarsi con un’insegnante e proprio grazie alla segnalazione della professoressa sono partite le indagini della Squadra Mobile di Alessandria. Dopo l’ordinanza di custodia cautelare scattata alla fine della scorsa settimana, gli inquirenti ora proseguono gli accertamenti sui computer e sui cellulari sequestrati all’uomo. In particolare su un secondo telefono che la Polizia ha trovato nell’auto dell’autotrasportatore e che l’uomo utilizzava per chattare con le studentesse e non essere scoperto dalla famiglia. Proprio il dolore causato alla moglie e ai figli ora affligge dal carcere Giovanni Amato, ha spiegato il suo legale Giuseppe Lanzavecchia.

Lacerante è anche la verità che sta emergendo nelle famiglie delle ragazze. I genitori, tutte persone oneste e laboriose hanno spiegato gli inquirenti, hanno scoperto solo negli ultimi giorni questo aspetto della vita intima delle figlie che ora, forse, ha aperto una serie di altri strazianti interrogativi.

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