Autore Redazione
mercoledì
1 Novembre 2017
05:00
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Cronaca - Novi Ligure

Riparte la trattativa per l’Ilva

Durante il tavolo del 31 ottobre a Roma, ArcelorMittal , acquirente del gruppo siderurgico, ha confermato ai sindacati il piano da diecimila lavoratori ma ha mostrato disponibilità a discutere dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori
Riparte la trattativa per l’Ilva

NOVI LIGURE – Riparte la trattativa sindacale per l’Ilva. Dopo lo stop imposto a inizio mese dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, nell’incontro del 31 ottobre al Mise è stato mosso il primo indispensabile passo per riprendere le negoziazioni per il passaggio dei lavoratori in Am InvestCo.

Il nodo dei circa 4000 esuberi non è stato sciolto, ma per ArcelorMittal le previste 10 mila assunzioni sarebbero “un punto di partenza e non di arrivo”. Una dichiarazione che apre un margine di manovra a Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil sempre determinati ad azzerare gli annunciati esuberi. Cambio di passo anche per quanto riguarda le condizioni salariali dei dipendenti del gruppo siderurgico. ArcelorMittal si è infatti impegnata a riconoscere le voci fisse del salario, gli scatti di anzianità e a ridiscutere le parti variabili alla realizzazione del piano industriale. Un “business plan” che dovrebbe essere ufficialmente presentato ai sindacati già nel prossimo incontro al Mise fissato per il 9 novembre, cui seguirà un secondo confronto il 14 incentrato prevalentemente sul piano ambientale per il sito di Taranto.

Al tavolo di martedì al Ministero erano presenti anche le segreterie territoriali di Fim e Uilm. I rispettivi segretari Salvatore Pafundi e Alberto Pastorello hanno valutato positivamente” il cambio di marcia di ArcelorMittal “che almeno ha permesso di aprire la discussione”. Rimane però ferma la volontà di entrare nel dettaglio degli esuberi, e in particolare dei 54 annunciati per lo stabilimento di Novi Ligure. “Gli attuali 14 mila dipendenti dell’Ilva sono il minimo per produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio, che era il livello della produzione del Gruppo prima della crisi. Se questo è l’obiettivo della nuova proprietà allora non ci sono esuberi e durante la trattativa lo dimostreremo” ha sottolineato il segretario Uilm. Il prossimo confronto del 9 novembre, ha aggiunto Alberto Pastorello, sarà fondamentale anche per entrare nel dettaglio della delicata questione del passaggio dei lavoratori “che per noi deve avvenire in un’unica azienda” e del mantenimento della parte variabile sotto il profilo del salario. “I problemi non sono nulla per nulla risolti, ma almeno ora ci sono le basi per partire con la discussione” ha quindi aggiunto il segretario Fim Cisl Pafundi.

Valutata positivamente” l’apertura “espressa a parole da ArcelorMittal, rimane comunque “molto cauto” il segretario Fiom Alessandria Mirko Oliaro. Le segreterie territoriali dei metalmeccanici della Cgil non hanno partecipato al tavolo al Mise e al termine del confronto le “letture” rispetto a quanto emerso sono “diverse”. La Fiom Genovese, ad esempio, è pronta a tornare in piazza, forse già lunedì 6 novembre. E nell’Alessandrino le dichiarazioni di ArcelorMittal non hanno scansato tutte le preoccupazioni. “Come avevamo immaginato – ha sottolineato Oliaro –  quello di martedì a Roma è stato un incontro interlocutorio  e per questo non abbiamo partecipato come segreterie territorialiSe le 10 mila assunzioni sono il punto di partenza e c’è disponibilità a discutere degli esuberi, a Novi abbiamo una buona possibilità di ridurre, se non cancellare, tutti gli annunciati 54 tagli. Bisogna comunque entrare nel dettaglio delle condizioni salariali e dell’aspetto normativo legato alla continuità del rapporto di lavoro. Per ora ci sono aspetti di novità verbali che speriamo vengano confermati e messi per iscritto durante la discussione del 9 novembre. Al momento sono comunque insufficienti a definire un accordo, soprattutto perché manca il pezzo di Genova. Non è un aspetto secondario perché stiamo parlando del secondo stabilimento del Gruppo e senza affrontare questa parte sarebbe complicato per tutti firmare un accordo complessivo di passaggio ad ArcelorMittal”.

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