Autore Redazione
giovedì
30 Novembre 2017
01:05
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Cronaca - Alessandria

Ripetuti furti agli orti sociali. “Se avete fame chiedete, non rubate”

I tre furti di verdura e frutta dagli orti solidali al Forte Acqui di Alessandria hanno profondamente amareggiato i ragazzi di Cambalache che hanno visto strappati via e vanificati mesi di lavoro
Ripetuti furti agli orti sociali. “Se avete fame chiedete, non rubate”

ALESSANDRIA – Prima il furto di 30 angurie, poi la razzia di melanzane. Sabato scorso anche numerosi cavoli sono spariti dall’orto urbano al Forte Acqui di Alessandria. Il terzo furto nel giro di poche settimane ha profondamente amareggiato i ragazzi di Cambalache. In quegli appezzamenti di terreno, infatti, ci sono i frutti del progetto per l’inserimento lavorativo di un gruppo di richiedenti asilo seguiti dall’Associazione di promozione sociale.

In queste fredde settimane di fine autunno sono due i giovani impegnati a coltivare ortaggi al Forte Acqui. Dall’avvio del progetto, un anno fa, già quattro ragazzi si sono però alternati nell’orto, ha spiegato Francesca Bongiorno dell’Associazione Cambalache. Tra loro Abdoul Sane ha dimostrato di avere particolare abilità nel coltivare la terra. Arrivato dal Senegal, Abdoul si era subito distinto durante il percorso di accoglienza ed era poi riuscito a spiccare anche prendendosi cura delle api che, sempre al Forte Acqui, producono il miele marchiato “Bee my job”. Il progetto di inserimento lavorativo nel settore dell’apicoltura di Cambalache dal 2014 ha formato 40 richiedenti asilo e portato ad attivare 20 contratti di tirocinio in aziende apistiche del territorio. Raddoppiate le arnie, oggi 20, e incrementata la produzione di miele, dallo scorso anno l’associazione Cambalache grazie alla Caritas ha potuto ampliato il progetto di inserimento lavorativo anche all’agricoltura.

Abdoul, ancora una volta, si è dimostrato “il primo della classe” e, diventato il coordinatore degli altri tirocinanti, oggi è forse il più amareggiato dai continui furti agli orti solidali al Forte Acqui. Per tre mesi, ha raccontato, si era preso cura delle angurie che promettevano di essere dolci e gustose. Il suo duro lavoro è stato però vanificato dal primo furto di questa estate. La stessa amarezza Abdoul l’ha provata quando sono sparite le melanzane e poi, sabato mattina, quando ha trovato solo terra nell’appezzamento dove fino alla sera prima crescevano i cavoli. Al Forte Acqui tutto viene coltivato “a mano”, ha raccontato, ma quando il raccolto è finalmente pronto la soddisfazione cancella la fatica. Il valore delle angurie, delle melanzane o dei cavoli per i ragazzi dell’associazione Cambalache va quindi ben oltre il prezzo cui vengono rivenduti. Il danno per questi furti non è economico ma soprattutto “morale” e “al morale“. Gli orti al Forte Acqui, ha ricordato Francesca, sono nati per restituire dignità attraverso il lavoro e aiutare le persone a integrarsi. Non solo i richiedenti asilo seguiti da Cambalache. Grazie al progetto della Caritas in quegli appezzamenti di terreno cresce anche il frutto dell’impegno di alcune persone con disabilità e di famiglie in difficoltà economica. Anche questi prodotti non sono stati risparmiati dall’azione dei ladri, ha raccontato Abdoul. Dagli appezzamenti della Caritas la scorsa settimana sono stati strappati via circa 90 cavolfiori. “È davvero un gesto brutto” ha ripetuto più volte Abdoul. Se chi ha commesso il furto è stato spinto dalla fame può “chiedere anziché rubare. I ragazzi dell’Associazione Cambalache, ha spiegato insieme a Francesca, sono disponibili ad aiutare chi è in difficoltà, ad esempio donando l’invenduto. “E se qualcuno viene da me e mi dice che vuole una pianta di lattuga perché non ha soldi per comprarla io gliela raccolgo volentieri. Magari se vuole altro può venire a darci una mano. Però non rubate. Chiedete”.

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