Autore Redazione
giovedì
1 Marzo 2018
05:00
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Cronaca - Acqui Terme - Alessandria - Casale Monferrato - Novi Ligure - Ovada - Tortona - Valenza

Nuovo attacco dei lupi. Sette pecore uccise a Trisobbio

Dopo il nuovo attacco, la Cia di Alessandria è tornata a invocare maggiore attenzione alla presenza di lupi nel nostro territorio e anche il più volte richiesto intervento per il controllo di cinghiali e caprioli
Nuovo attacco dei lupi. Sette pecore uccise a Trisobbio

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – La Cia di Alessandria ha raccolto una nuova segnalazione di capi sbranati dai lupi. Dopo la capra brutalmente uccisa a Monastero Bormida a metà febbraio, i lupi hanno dilaniato anche 7 delle 13 pecore del gregge di un privato a Trisobbio (attenzione l’immagine nel link potrebbe urtare la vostra sensibilità). Dopo il nuovo attacco, la Confederazione italiana agricoltori è tornata a invocare maggiore attenzione alla presenza di lupi nel nostro territorio e anche il più volte richiesto intervento per il controllo di cinghiali e caprioli.

Abbiamo affrontato la questione più volte ai Tavoli di lavoro istituzionali – ha ricordato il presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglioe abbiamo ribadito come prioritaria, anche ai candidati del territorio per le prossime elezioni politiche, la necessità di ripristinare un equilibrio della popolazione selvatica attraverso l’intervento selettivo degli ungulati negli areali interessati e più attenzione alla presenza dei lupi”.

In base ai calcoli della Cia, i danni causati agli agricoltori dell’Alessandrino dagli animali selvatici hanno già superato gli 845 mila euro, di cui 375.361 euro accumulati nei comuni dell’ATC AL4, la più colpita dalla presenza della fauna selvatica con un totale di 245 pratiche raccolte nel 2017, 91 per danni da capriolo (importo di 138.242 euro) e 154 da cinghiale (219.118 euro).  Tra i 12 comuni più colpiti primeggiano, loro malgrado, Cremolino, Spigno e Terzo, dove la Cia ha raccolto complessivamente 45 denunce, 15 in ciascun comune. Seguono poi Visone (14), Cartosio (13), Acqui Terme, Ovada e Morsasco (12), Bistagno e Castelletto d’Orba (11), Parodi Ligure e Bosio (7).

Gli agricoltori sono ormai stremati dalla situazione. L’assenza di linee istituzionali, ha aggiunto la Cia, sta alimentando il senso di impotenza degli agricoltori, alcuni ormai al punto di dismettere l’attività.

Coloro che amministrano e gestiscono la fauna selvatica non possono nascondersi di fronte a numeri di questo genereha sottolineato il direttore provinciale Cia Carlo RicagniGli agricoltori di questi territori hanno reclamato ai politici ed agli amministratori interventi urgenti ed indifferibili per l’annata agraria che si è appena avviata. Caprioli e cinghiali determineranno l’abbandono di interi areali del nostro territorio e l’impoverimento delle comunità rurali che vedono nell’agricoltura l’unica economia possibile”.

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