Autore Redazione
martedì
18 Giugno 2013
00:00
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Cronaca - Alessandria

Sparatoria di Alessandria: il racconto di uno dei feriti e i dubbi degli alessandrini

Sparatoria di Alessandria: il racconto di uno dei feriti e i dubbi degli alessandrini

A ricordare la sparatoria di sabato notte ad Alessandria ora ci sono i cerchi degli inquirenti, fatti per segnare i fori dei proiettili esplosi dal cittadino italiano di origini colombiane, ma anche le discussioni di molti alessandrini, ancora attoniti per un fatto di cronaca difficile da immaginare per una città di provincia. Nei bar e per le vie del cento in molti si sono interrogati sull’accaduto. La vicenda è ormai nota: un ragazzo di 23 anni che improvvisamente, in una notte di follia alimentata da alcol e stupefacenti, ha aggredito una guardia giurata, gli ha rubato la pistola e ha poi ferito tre persone. Tra queste figura  il proprietario della pizzeria ‘La dolce vita’ di piazza Santo Stefano. Piero Labarbera, non appare troppo scosso e a Radio Gold ha raccontato quanto ha vissuto in un sabato che avrebbe dovuto essere come tanti altri. “Mi ha sparato a un polpaccio, ma non mi sono reso conto di nulla fino a che ho visto uscire il sangue. Io sono rimasto sempre lì, non sono scappato via, non ho capito cosa stava accadendo. Il giovane ha cominciato a urlare in spagnolo e io non ho incrociato il suo sguardo per evitare che pensasse a un gesto di sfida. A un certo punto ho sentito lo sparo e un bruciore alla gamba, però non ho fatto troppo caso, probabilmente se avesse colpito l’osso avrei sentito male. Ho pensato a una pstola a salve o caricata a pallini, non immaginavo una vera e propria arma da fuoco. Poi una persona che era con me mi ha detto che stavo sanguinando e allora ho relizzato cosa stava succedendo così sono tornato dentro per chiamare i soccorsi.” Piero, a distanza di qualche giorno appare tranquillo e molto lucido nella sua analisi, per nulla preoccupato della questione sicurezza: “Alessandria in realtà mi sembra abbastanza tranquila. Mi preoccupa però la situazione che ha permesso lo svolgersi di questa vicenda e cioè che certe persone, con questi scatti, non siano tenute d’occhio. Se è vero che aveva assunto stupefacenti come si dice occorre evitare che individui come questi siano lasciati andare in giro liberamente”.

La pensano così anche i diversi cittadini interpellati dal Radio Gold. In molti infatti ritengono la città sufficientemente sicura e controllata dalle forze dell’ordine. Il vero dubbio è legato alla storia personale dell’autore della sparatoria. Alcuni alessadrini hanno commentato con amarezza la libertà di cui beneficiava il ragazzo nonostante i diversi precedenti penali per furto. A condividere questa opinione anche il titolare della tabaccheria in cui si nota, cerchiato dagli inquirenti, il foro di uno dei proiettili esploso dal ragazzo: “non riesco a capire come un pregiudicato con dei precedenti come lui abbia potuto essere ancora a piede libero – ha commentato Marco Mogni, titolare della tabaccheria di via Milano. Probabilmente aveva dei problemi, ma visti i suoi precedenti forse è riduttivo collegare la sua azione a quei problemi.” Nessun dubbio sulla tempestività dell’intervento delle forze dell’ordine: “a quanto mi han detto, la polizia è arrivata quasi subito perciò sono stati molto rapidi. Per quanto riguarda la sicurezza in giro per il centro storico, forse ci vorrebbe un po’ più di ronda.” Ma sulla tranquillità del centro storico una delle cameriere della pizzeria, “La Dolce Vita” in piazza Santo Stefano, dove si è consumato l’epilogo di questa vicenda dice: “questo non è mai stato un posto malfamato. Noi vediamo qui la polizia tutti i giorni. Le pattuglie passano e ormai il rapporto è continuo, li salutiamo quotidianamente.”
Un altro cittadino, affacciato su piazza Santo Stefano, ha raccontato l’accaduto: “intorno all’una e trenta di notte siamo stati svegliati da dei botti. In un primo momento abbiamo pensato a dei petardi, ma ci siamo subito resi conto che non si trattava di quello. Ho visto una persona che urlava e correva. Praticamente subito sono arrivate le forze dell’ordine e lo hanno immobilizzato e caricato in macchina. Tanto caos comunque sino alle 4 del mattino, tanta gente e curiosi. Cose che in questa città difficilmente ho visto e che auguro non si ripetano più”. Poi le considerazioni sulla storia personale del ragazzo: “oggi come oggi è dura per tutti. Io personalmente sono disoccupato da un anno ma non credo arriverei mai a commettere gesti simili. Ci si dà da fare, si va avanti soprattutto per i bambini. Personalmente non riesco a spiegarmi come una persona arrivi a commettere gesti di questo tipo.“ Anche per l’abitante della zona le forze dell’ordine hanno sempre dimostrato attenzione al problema: “da quanto si vede anche ogni giorno, forze dell’ordine ne passano tutte le mattine, quindi non credo che il problema risieda nella poca sicurezza e nel monitoraggio del centro storico.”

Intanto non è ancora stata sciolta la prognosi per il marocchino Rachid Mhuhrar, colpito al polmone da un proiettile. Gli inquirenti invece sono ancora al lavoro per ricostruire nei minimi dettagli quanto accaduto sabato notte e quindi venire a capo di un’azione, quella del 23enne Janderson Steward Mosquera, bollata come folle ma con alcuni elementi che potrebbero modificare almeno una parte dell’accaduto. La dinamica della sparatoria e l’inseguimento di due marocchini in via Milano lascerebbero pensare a un’azione non frutto del caso. Come riferito da La Stampa, infatti, pare che i tre si conoscessero e per questo il giornale ha ipotizzato “un regolamento di conti”. L’ipotesi però è stata al momento accantonata dalla Questura. In una nota stampa ha riferito: “con riferimento ad articoli di stampa pubblicati in data odierna su quotidiani locali, inerenti la sparatoria avvenuta nella notte tra sabato 15 e domenica 16 giugno 2013 nel centro città alessandrino, secondo i quali si ipotizzano collegamenti e conoscenze pregresse tra le parti in causa, quest’Ufficio comunica che sulla base degli atti emersi dall’attività investigativa finora esperita, non risulta alcuna connessione tra l’autore e le vittime della sparatoria. Qualora in futuro dovessero emergere ulteriori elementi in voce, gli uffici investigativi della Questura avranno cura di trasmettere le risultanze all’Autorità Giudiziaria competente”.

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