Autore Redazione
martedì
20 Marzo 2018
01:35
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Cronaca - Alessandria

Edilizia: la crisi continua senza freni anche in provincia

L'Alessandrino è la terza provincia peggiore del Piemonte per chiusura di aziende artigiane.
Edilizia: la crisi continua senza freni anche in provincia

ALESSANDRIA – Il 2017 ha portato via 1.186 imprese artigiane piemontesi nel comparto dell’edilizia. Rispetto al 2016 c’è stato un calo del 3% e la provincia di Alessandria è la terza peggiore in Regione. Peggio hanno fatto solo il biellese e il vercellese.

Oltre la metà delle imprese artigiane dell’edilizia in Piemonte si concentrano nel territorio di Torino (51%), a seguire Cuneo (14,9%) e Alessandria (9,2%) e l’alessandrino ha perso 164 imprese con un calo del 4.5%.

A livello regionale il numero di addetti nelle imprese attive artigiane dell’edilizia nel 2015 (ultimo dato disponibile) sono 43.398 di cui il 72,8% (pari a 31.612), sono indipendenti e il restante 27,2%, pari a 11.786, sono dipendenti. La dimensione media di un’impresa artigiana del settore è di 1,7 addetti/impresa. “Dal 2008, la lunga crisi che ha colpito il settore dell’edilizia – dichiara Luciano Gandolfo, Presidente di Confartigianato Piemonte costruzioni  non concede tregua, e a farne le spese sono soprattutto i piccoli imprenditori e gli artigiani. Basti pensare che in Piemonte le imprese artigiane sono ben il 74,5% dell’intero comparto (la media nazionale è del 57.9%). Quindi crisi dell’edilizia vuol dire crisi dell’artigianato. I flebili segnali positivi che nel 2015 ci avevano fatto pensare alla fine della recessione stanno lasciando il campo non a una ripresa ma ad una situazione di stallo. Unica nota lieta è data dalla ristrutturazione e riqualificazione energetica di immobili e abitazioni vecchie e in cattive condizioni Tale segmento di mercato è infatti l’unico ad aver registrato un incremento nel corso degli anni, soprattutto grazie agli incentivi fiscali”.

Ciò che chiediamo – prosegue Gandolfo – è una maggiore attenzione alle leve che potrebbero rilanciare il settore, come, ad esempio le ricadute occupazionali che le Olimpiadi potrebbero avere su un settore in forte crisi. Ad aggravare lo stato di salute dell’edilizia italiana contribuiscono gli scarsi investimenti nel settore pubblico e la bassa vivacità dell’edilizia civile.”

 

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