Autore Redazione
mercoledì
9 Maggio 2018
01:25
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Cronaca - Alessandria

Bellesempre#8: “Il vostro amore è stato una delle più grandi cure”

La presenza dei genitori e l'amore incondizionato che non ha bisogno di essere spiegato
Bellesempre#8: “Il vostro amore è stato una delle più grandi cure”

RADIO GOLD – I figli spesso hanno rapporti difficili con i genitori. La differenza di età, la necessità di proteggere, la paura che qualcosa di brutto possa ostacolare il cammino sono tutti elementi che in molti casi generano attriti. Ma alla base di tutto c’è sempre un amore incondizionato. Quello spiegato benissimo da Milly nella sua rubrica “Bellesempre“. Milly è guarita da un tumore al seno e da settimane sta curando su Radio Gold uno spazio in cui riflettere sul cancro per affrontarlo meglio e per non arrendersi. Ecco la puntata di oggi:

Cosa prova un genitore lo sa solo un genitore, nelle gioie e soprattutto nei dolori. Lo dico da figlia e soprattutto da mamma, ora che ne ho compreso il significato.
In tutta questa situazione chi ne ha sofferto di più, ne sono certa, sono stati loro: mamma e papà. 
E pensare a quante volte li ho mandati a quel paese, quante volte ci ho litigato, non li ho compresi perché mi sentivo incompresa.
Poi ci è piombato addosso questo macigno e la vita ci ha travolti come un uragano buttando tutto all’aria ma loro ci sono sempre stati, con i loro differenti modi di esserci e con le loro imperfezioni che sono diventate la mia tenerezza.
Tutto questo non l’avrei certamente capito se non fossi diventata genitore a mia volta, perché un figlio è talmente una parte di te che vorresti custodire e preservare all’infinito, che è innaturale sopravvivergli, che è straziante vivere stando in disparte certi brutti momenti, è straziante vivere brutti momenti ed essere impotenti.
Io allontano sempre dalla mia mente il pensiero che possa accadere a mio figlio una qualunque bruttura, non voglio nemmeno pensarci, e non perché io sia una mamma particolarmente brava ma perché il peggior incubo di qualsiasi genitore è quello di sopravvivere al proprio figlio.
Ricorderò per sempre il momento in cui la valanga ci ha travolti e sono andata a ritirare l’esito il 24 gennaio, quando uscendo dall’ospedale ho fatto le diverse chiamate per comunicare la notizia, quando al mio ritorno ho trovato tutti a casa mia a fare il punto della situazione, il giorno dell’intervento, le attese, l’inizio delle chemio, tutto il percorso. L’imprevista forza di mia madre che non ha mai versato una lacrima in mia presenza in tutti questi mesi ma io so quante può averne versate di nascosto, la naturalezza e convinzione con cui mi ha sempre detto “andrà tutto bene ne sono certa”; il volto preoccupato di mio padre, perennemente in visita a casa mia, potevo immaginarlo rigato di lacrime in macchina mentre tornava a casa sua, il suo modo di coccolarmi portandomi troppe cose da mangiare quando non avevo nemmeno la forza di aprire gli occhi, il cuore piccolo che devono aver avuto vedendomi a letto, vedendomi pelata, vedendomi in ospedale, vedendomi vomitare, vedendomi piangere, vedendomi sull’orlo di un baratro e poter fare poco per impedirmi di cadere giù. Allora mi hanno inondata di amore, supporto, presenza, dialogo e comprensione.
La paura di perdere un figlio. Non so come possiate averla realmente vissuta mamma e papà, perché io ero dall’altra parte, ero barricata nella mia fortezza perché in quel momento non avevo energie per pensare a nessun altro al di fuori che me stessa. Ero impegnata a difendermi e salvarmi anche per voi.
Forse un grazie non basterà mai, forse non è nemmeno necessario perché l’amore è naturale e non ha bisogno di tante parole, hanno dimostrato i fatti e il vostro amore è stato per me una delle più grandi cure.”

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