Autore Redazione
lunedì
13 Gennaio 2014
00:00
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Cronaca - Casale Monferrato

Casale celebra la Resistenza con il 69° Anniversario dell?eccidio della Banda Tom

Casale celebra la Resistenza con il 69° Anniversario dell?eccidio della Banda Tom

Si è celebrato ieri mattina, a Casale Monferrato, il 69° Anniversario dell’eccidio dei Partigiani della Banda Tom.

Una cerimonia molto sentita dalla cittadinanza casalese, che ogni anno si riunisce per ricordare Antonio Olearo, detto Tom, e i suoi undici commilitoni della Divisione Partigiana Matteoti, catturati a Casorzo il 14 gennaio del 1945 durante un rastrellamento.

Incatenati e costretti a sfilare scalzi per le strade di Casale, Tom e i suoi compagni (tutti di età compresa fa i 24 e i 17 anni) furono fucilati nel cortile della Cittadella il 15 gennaio, insieme al partigiano Carlo Seretta della Brigata Garibaldi. I corpi furono poi lasciati per due giorni nella neve, come monito per la popolazione, rifiutando persino ai parenti il permesso di recuperare le salme per le celebrazioni funebri.

Dopo la messa di suffragio, officiata nella Cattedrale di Sant’Evasio, attorno alle 10,30 i partecipanti hanno formato un lungo corteo, raggiungendo il Teatro Municipale per il convegno organizzato dal Comitato Unitario Antifascista insieme all’Amministrazione.

Ad introdurre il dibattito è stato Germano Carpenedo, presidente del Comitato casalese, ponendosi alcuni interrogativi. «Se Tom e i suoi compagni avessero saputo dello sfacelo che l’Italia sta attraversando oggi – si è domandato Carpenedo – se avessero saputo dei continui calpestamenti della democrazia e del disprezzo per le istituzioni, in primis quella giudiziaria, avrebbero lo stesso combattuto? Io dico di sì. Pertanto, sta a noi fare in modo di mantenere vivo il loro spirito e i valori della Resistenza».

All’intervento di Germano Carpenedo, è poi seguito quello del sindaco Giorgio Demezzi. «Ciò che più mi colpisce di questa vicenda – ha dichiarato Demezzi – è il coraggio con cui questi giovani hanno deciso di affrontare il pericolo per amore dell’Italia. Noi tutti dobbiamo essere loro grati e non dimenticare il loro sacrificio. Rendiamo onore ai tredici eroi della Banda Tom». L’intervento del primo cittadino è stato però anche oggetto di un atto di polemica. Alcune persone, appartenenti al movimento di cittadini Casale Bene Comune, hanno srotolato dai loggioni del teatro uno striscione con le parole “L’antifascismo non è solo presenziare alle commemorazioni”, fatto rimuovere quasi immediatamente.

Ha infine preso la parola il consigliere regionale Gianni Oliva, invitato dal Comitato come oratore speciale. Gianni Oliva si è detto felice di vedere una numerosa partecipazione, ma anche un po’ rammaricato nel riscontrare la scarsa presenza di volti giovani tra il pubblico. «È necessario riuscire a trasformare la memoria in Storia – ha poi proseguito Oliva con il suo intervento. Dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni i terribili atti perpetrati durante la Seconda Guerra Mondiale e dai regimi fascisti, ma soprattutto ritengo sia fondamentale che essi capiscano i meccanismi che li hanno resi possibili e che sappiano leggerli anche in chiave presente».

Una volta concluso il discorso del consigliere Oliva, il corteo si è spostato per l’ultima tappa della celebrazione, ovvero la Cittadella di Casale Monferrato dove furono giustiziati Tom e i suoi compagni. Il sindaco Demezzi e il presidente del Comitato Carpenedo, accompagnati dalle note dell’Inno di Mameli e di Bella Ciao, hanno deposto una corona di fiori ai piedi della lapide che ricorda il punto dove i tredici corpi furono abbandonati esanimi dopo l’esecuzione.

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