Autore Redazione
venerdì
7 Febbraio 2014
00:00
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Cronaca - Valenza

Il distretto di Valenza su Google Cultural Institute. Per Barberis un’occasione.

Il distretto di Valenza su Google Cultural Institute. Per Barberis un’occasione.

Continua il dibattito sulle condizioni del distretto valenzano, incensato da Google, sulla pagina ‘Google Cultural Institute‘. Una vetrina dell’arte orafa a fronte però di un grave momento di difficoltà per il territorio. Il rischio, quindi, è che la giusta valorizzazione della tradizione valenzana sulle pagine Google, possa raccontare un mondo in progressiva estinzione. Una riflessione che Radio Gold News, dopo il dibattito avviato nei giorni scorsi (leggi qui) ha affrontato con il presidente dell’Associazione orafa valenzana, Francesco Barberis, che invece crede fermamente in un rilancio anche attraverso questa iniziativa: “è un’occasione interessante per far vedere e inserire il nome di Valenza in questo percorso di google. E’ un’operazione importante perché stiamo parlando di uno dei motori di ricerca più importanti nel mondo. Chiunque può leggere di Valenza, approfondire la sua storia e conoscere il nostro mercato. Prima di partire con questa operazione è stata mandata una comunicazione ai nostri soci e ci stiamo muovendo con la Camera di Commercio per verificare come aumentare la visibilità di Valenza all’interno di google stesso. Questa è un’operazione pilota e poi vedremo come potenziarla. Non è commerciale ma stiamo cercando di rendere visibilità alla città e alla nostra capacità di fare”.
Le promesse però vanno mantenute e quindi le belle parole e immagini devono essere poi confermate nei fatti e questo è il cruccio più grosso per evitare che una sfida si trasformi in un canto del cigno. Ma Barberis non ha dubbi per il distretto valenzano “e’ una sfida. Nel distretto non possiamo parlare del canto del cigno. Naturalmente il distretto ha ancora una crisi forte che ha colpito moltissimo l’occupazione più che il numero di aziende. Si sono ristrutturate ma funzionano. C’è una parte di distretto che sta andando relativamente bene anche se con difficoltà, rischiando moltissimo, ma comunque dimostra vitalità. Noi dobbiamo vedere le cose che funzionano e intervenire sulle parti che non vanno. La congiuntura nazionale e internazionale non ci aiuta”.
Ma quanto potrà durare ancora questa capacità artigiana se la formazione si assottiglia e il percorso di conoscenza svanisce con i suoi impiegati?
La formazione è un elemento critico – ha spiegato Barberis – ma fino a un certo punto. La prima cosa di cui le aziende hanno bisogno è un momento positivo economico che incida immediatamente sulle vendite. Se un’azienda inizia ad andare bene poi ha bisogno di persone e lavoratori e quindi ha necessità di formarli. Quindi è vero che c’è un’emergenza formativa perché si sta perdendo manodopera ma si sta perdendo anche per una disaffezione a questo mestiere frutto di una difficoltà economica. D’altronde se l’economia andasse bene attirerebbe anche manodopera nuova e la formerebbe. La formazione è un aspetto importantissimo ma deve essere accompagnata da una congiuntura favorevole”.
La congiuntura però deve contare su un futuro certo e al momento ancora imperscrutabile. “I dati che noi abbiamo sulle esportazioni non dico che fanno ben sperare ma saranno in linea con quelli del primo semestre dell’anno passato. C’è un problema in più però, determinato dal deprezzamento di alcune monete nelle aree emergenti del mondo e importanti per il gioiello valenzano. Per quanto riguarda l’associazione orafa sitamo facendo grosse riflessioni sull’associazione, sui servizi, sulla fiera, e quindi ci saranno novità anche in quello. Qualsiasi istituzione deve pensare alle nuove sfide in rapporto con la contemporaneità.”

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