Autore Redazione
martedì
4 Marzo 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

‘La distruzione dell’umanità non ha voce’. Rifondazione sul Ferrhotel

‘La distruzione dell’umanità non ha voce’. Rifondazione sul Ferrhotel

La situazione del Ferrhotel, lo stabile utilizzato da molti senzatetto di Alessandria, ha indotto Rifondazione Comunista ad affrontare il problema della crisi cittadina e della sempre più marcata differenza tra poveri e ricchi. I clochard del Ferrhotel non potranno più utilizzare il complesso dopo le operazioni di sgombero partite concretamente domenica. Per molti dei senzatetto ora il problema della casa è lacerante e vitale. Molte associazioni si sono mosse per trovare una soluzione, ma il tempo stringe. Ecco la lettera di Rifondazione Comunista:

La crisi economica del nostro territorio in realtà è la più grave crisi sociale che la nostra città abbia mai attraversato.Questa crisi aumenta velocemente le diseguaglianze. Le dinamiche finanziarie del nostro Comune, con lo spietato quanto inutile rigorismo sbandierato dai comunicati stampa dell’Amministrazione, offrono un modello politico e culturale le cui conseguenze non avranno ricadute positive sulla vita quotidiana dei cittadini. Lo stanno dimostrando le numerosissime emergenze abitative e non ultima quella del Ferrhotel che lascia sulla strada, senza alcuna pietà tante persone. Noi ci riconosciamo come uomini e donne in quegli uomini e in quelle donne e ci ripugna ed indigna che la distruzione dell’umanità non abbia voce in questa città, se non negli operatori sociali, unici protagonisti dalle armi spuntate, che invano cercano di mettere a sistema la solidarietà. Bisogna correggere al più presto le diseguaglianze sociali questa è la vera sfida cara Sindaca Rita! Rossa! Questa è la sfida politica che ci dovrebbe far discutere ed animare! Diversamente i costi umani saranno altissimi e ogni sforzo che le politiche del Governo e quello locale faranno potranno aumentare le possibilità della finanza, ma non produrranno nè sviluppo nè benessere.

Le forze politiche e le istituzioni democratiche devono riuscire a dare voce e a tradurre in soluzioni queste istanze. Sarebbe un errore grave per l’intera città far passare le occupazioni di alloggi popolari e non come un problema di ordine pubblico. La politica cerchi di riprendere il proprio ruolo e rompa con una gestione burocratica, notarile, e attenta ai poteri forti, che non può essere capace di conseguire il risultato di quel miglioramento delle condizioni di vita generali di cui la nostra comunità ha estremo bisogno.

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