Autore Redazione
lunedì
13 Agosto 2018
11:40
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Cronaca - Alessandria - Tortona - Valenza

Precari delle Poste spiazzati dal Decreto Dignità

La situazione riguarda i lavoratori con contratto a tempo determinato responsabili della consegna delle lettere e dei pacchi
Precari delle Poste spiazzati dal Decreto Dignità

ALESSANDRIA – Una ventina di lavoratori con contratto a termine delle Poste italiane S.p.A. degli uffici di Valenza, Alessandria Curiel e Tortona sono preoccupati dagli effetti del decreto legge 87/2018, il così detto Decreto Dignità. In una lettera fanno sapere che l’azienda “ha deciso di far giungere questi contratti alla naturale conclusione trimestrale o quadrimestrale e non più prorogarli, sebbene un emendamento allo stesso decreto preveda la possibilità per le aziende di applicare le norme della legislazione precedente (l. 81/2015) fino al 31 ottobre”.

Le conseguenze riguardano “decine di lavoratori della nostra Provincia che hanno svolto il loro servizio in PCL, ramo aziendale che si occupa di Pacchi, Comunicazione e Logistica: postine e postini che molti di noi hanno visto davanti ai propri citofoni fino a qualche giorno fa. I CTD di Poste Italiane, giovani che perlopiù prima di lavorare in Poste hanno conseguito fior di titoli di studio, nel periodo che corre dal 2015 ad oggi hanno coperto zone di recapito vacanti del portalettere titolare, hanno sostituito i colleghi in occasione di ferie e malattie, collezionando dalla stessa azienda valutazioni positive sul proprio operato, apparentemente necessarie alla prosecuzione del rapporto di lavoro.”

Il rammarico dei lavoratori con contratto a termine è forte anche per il grande impegno profuso, spiegano, durante le loro attività al servizio dell’azienda e dei cittadini “non chiedendo neanche giornate di riposo, non hanno badato agli orari (contravvenendo anche al regolamento interno) per riuscire a smaltire il corriere quotidiano loro assegnato e rendere un servizio efficiente alla cittadinanza. Sforzi non sufficienti, però, a persuadere i vertici aziendali a mantenere il rapporto di lavoro, almeno per i limiti consentiti dalla legge, decisione che avrebbe garantito la stabilità economica di questi lavoratori per qualche mese ancora e avrebbe fatto acquisire punteggio per la graduatoria da cui Poste, come si evince da un accordo sottoscritto con le rappresentanze sindacali il 13 giugno, attingerà per le assunzioni a tempo indeterminato cui procederà entro il 2020; adesso si teme che quest’ultimo progetto, apparso fumoso sin dal suo nascere, si possa allontanare ancora di più”.

Gli ormai ex portalettere sono in attesa, riferiscono, di una presa di posizione da parte dell’azienda, che “nella relazione economico-finanziaria semestrale ha presentato dati entusiasmanti, da cui emerge un utile netto in forte aumento“. Questo non fa che acuire la delusione dei lavoratori a termine “abbandonati al nostro di assoluta precarietà, senza contare nulla del servizio svolto, cancellando buona parte delle nostre aspettative; ci colpisce altresì il silenzio calato sulla vicenda da più parti, abbiamo registrato solo tanta solidarietà da parte dei colleghi con cui abbiamo instaurato relazioni che vanno oltre il lavoro”. Conclusioni amare, che tuttavia non chiudono la porta alla speranza di essere richiamati in servizio quando sarà implementato su scala nazionale il nuovo modello di recapito e si porteranno a termine le promesse revisioni dell’assetto aziendale.

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