Autore Redazione
martedì
28 Agosto 2018
05:00
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Vaccini: ai Parlamentari 300 mila firme contro l’obbligo flessibile

Verranno inviate questo martedì al Ministro Grillo e a tutti i parlamentari le circa 300 mila firme raccolte con la petizione lanciata dalla mamma di Terruggia Roberta Amatelli
Vaccini: ai Parlamentari 300 mila firme contro l’obbligo flessibile

TERRUGGIA –  Verranno inviate questo martedì al Ministro Grillo e a tutti i parlamentari le circa 300 mila firme raccolte per bloccare “l’obbligo flessibile” sui vaccini. Fino a lunedì pomeriggio 283 mila persone avevano sottoscritto la petizione “Difendiamo tutti bambini, sì ai vaccini per andare a scuola” sul sito www.change.org lanciata da Roberta Amatelli.

Quello della mamma di Terruggia è stato il primo nome sotto l’appello del gruppo di madri di bambini immunodepressi per mantenere l’obbligo vaccinale per l’iscrizione scolastica.  Roberta insieme a suo marito Rosario Gentile sta dando voce a sua figlia Viola, oggi di 3 anni, che tra qualche settimana vorrebbe iniziare a frequentare l’asilo insieme ad altri bambini.

Viola a soli 8 mesi è stata sottoposta a trapianto di fegato e non può vaccinarsi contro alcune malattie come varicella, morbillo o rosolia. In caso di contagio queste patologie metterebbero a rischio la sua salute “e quel fegato che abbiamo atteso tanto”. Roberta, e con lei le mamme di altri bambini immunodepressi, chiede “risposte” e una “legge certa e uguale per tutti”che non impedisca ad alcuni bambini di andare a scuola. La richiesta che arriva da tutte le persone che hanno sottoscritto la petizione, ha però precisato Roberta, non tutela solo i bambini immunodepressi ma anche i figli di quelle famiglie “no-vax” che nelle ultime settimane non hanno risparmiato attacchi alla mamma di Terruggia.Sui social qualcuno mi ha scritto di smetterla perché tanto mia figlia morirà comunque perché immunodepressa. Per carità, le malattie sono sempre in agguato ma un conto è combattere patologie contro cui non abbiamo difese e un altro è pensare di mettere a rischio la vita di un bambino per una malattia che si poteva evitare con un vaccino”.

Roberta non vuole precludere una vita normale a sua figlia Viola che ha già cominciato in salita, costretta per 8 mesi a vivere in ospedale e ancora oggi sottoposta a continui controlli”. “C’è chi mi ha detto che non si devono obbligare i genitori a vaccinare i figli ma se Viola va all’asilo non è potenzialmente pericolosa per gli altri ma un bambino non vaccinato lo è per mia figlia e per tutti i bambini immunodepressi”. L’autocertificazione con semplici controlli a campione non tutela i bimbi più fragili, ha aggiunto Roberta. “Il sindaco di Terruggia ci ha subito sostenuti e anche la direzione della scuola di Viola si è attivata con l’Asl per le certificazioni dei compagni di asilo di mia figlia. Terruggia, però, è una piccola realtà ed è certamente più facile verificare. Altre mamme hanno bambini che vanno a scuola a Milano o Torino e posso solo immaginare i tempi, contando che c’è anche confusione su chi deve fare i controlli”. Settembre ormai “è dietro l’angolo” e le quasi 300 mila persone che hanno sottoscritto la petizione chiedono “soluzioni sensate”. C’è chi ha proposto di mettere i bambini immunodepressi in classi con compagni tutti vaccinati ma i virus non restano chiusi dietro una porta. Praticamente tutti i bambini come Viola per evitare rischi non dovranno mai andare in bagno, in mensa o in qualsiasi altro spazio dove potrebbero incontrare un bambino non vaccinato”.

Pronte a inviare tutte le firme raccolte, Roberta e le altre mamme non si fermeranno finché non avranno una risposta.“In queste settimane abbiamo avuto il sostegno di “IoVaccino”, di medici, scienziati. Anche la stampa internazionale ha parlato di noi ma dalla politica ancora silenzio assoluto. In altri Paesi non c’è l’obbligo perché la copertura raggiunge già il 90%. Gli italiani mettono il casco e le cinture di sicurezza solo perché c’è una legge che lo impone. Senza un obbligo e una multa forse nessuno lo farebbe anche se è dimostrato che possono salvare la vita in caso di incidente. Non riesco a capire perché in Italia si metta in dubbio anche la parola dei medici ma se il buon senso non basta allora serve l’obbligo”.

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