Autore Redazione
martedì
29 Aprile 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

‘Gravi indizi di appartenenza alla ‘ndrangheta’: dopo sei anni a Tortona 38enne calabrese sorvegliato speciale

‘Gravi indizi di appartenenza alla ‘ndrangheta’: dopo sei anni a Tortona 38enne calabrese sorvegliato speciale

Dal 2007 al 2013 aveva scelto Tortona come rifugio, un appartamento in affitto in via Verdi, trovando nel territorio alessandrino un ambiente favorevole per non dare nell’occhio. Ma la scorsa settimana il 38enne calabrese Antonino Ditto è stato sottoposto a misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale per 3 anni, emessa dal Tribunale di Alessandria, su proposta del Questore, per gravi indizi di appartenenza alla ‘ndrangheta. Hanno contribuito alle indagini anche i Carabinieri e la Guardia di Finanza. I presunti legami tra la malavita e Ditto risalgono a quasi 20 anni fa. In Calabria, Ditto fu tratto in arresto per incendio doloso aggravato e associazione di tipo mafioso, dopo che il Comune di Seminara fu dato alle fiamme nel 1997, un’azione commissionata dalla cosca ndranghetista Santaiti-Gioffrè. L’uomo, raccontano le Autorità, decise di cambiare aria e si trasferì a Tortona appena uscito da una nuova misura cautelare, dopo l’arresto per un secondo procedimento di associazione di tipo mafioso. Nel 2007, a Tortona fu assunto nella azienda EdilDerthona dell’imprenditore Francesco Ruberto, anche lui sottoposto a sorveglianza speciale circa due mesi fa (vedi notizia allegata). In seguito Ditto fu indagato per l’incendio di alcuni mezzi di trasporto dell’azienda di Antonio Martino, che gli aveva negato l’assunzione. Fino al 2013 ha svolto lavori occasionali per altre aziende di autotrasporti. La svolta è avvenuta lo scorso anno, quando il nome di Ditto comparve anche nell’operazione che ha portato all’arresto del latitante Sebastiano Strangio (vedi notizia allegata), coinvolto nella strage di Duisburg. Strangio esibì agli agenti una patente con le generalità dello stesso Ditto.
Appena venuto a conoscenza del procedimento in atto per la misura di prevenzione, il 38enne ha compiuto il percorso inverso al 2007, tornando in Calabria. Proprio a Seminara è stato rintracciato la scorsa settimana e lì dovrà rimanere per i prossimi tre anni, con l’obbligo di non uscire dalle 22 alle 7 e presentarsi dai Carabinieri due volte la settimana. Non potrà detenere armi, guidare, comunicare via internet, partecipare a riunioni pubbliche o dotarsi di apparati di videosorveglianza. “Si tratta di un provvedimento spesso ancor più efficace dell’arresto” ha sottolineato Alessandro Perugini, dirigente della divisione anticrimine della Questura di Alessandria “perché colpisce duramente e per un tempo molto lungo.”

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