Autore Redazione
giovedì
22 Maggio 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria ha una nuova strategia per combattere le infezioni

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria ha una nuova strategia per combattere le infezioni

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria è tra le prime in Europa ad utilizzare un analizzatore per emocultura posizionato direttamente in Pronto Soccorso. Si tratta di un macchinario in grado di identificare gli eventuali batteri presenti in un campione di sangue prelevato dal paziente. Questa nuova strategia è mirata a contrastare in maniera efficace la sepsi o setticemia, una malattia dovuta alla presenza di batteri nel sangue e nei tessuti. Installando l’incubatore per emocolture in Pronto Soccorso, infatti, i tempi di lavorazione del campione e di individuazione dei micro organismi si riducono al minimo. In questo modo i microbiologi possono eseguire rapidamente i test di sensibilità agli antibiotici e fornire ai clinici risposte definitive sulla tipologia e il dosaggio della terapia in tempi record.

La decisione di installare un modulo del sistema di incubazione e analisi dei flaconi per emocoltura nell’area urgenze è nata dall’analisi dei dati raccolti dal laboratorio di Microbiologia dell’Aso di Alessandria. “Circa 1/3 delle richieste di emocoltura in Ospedale arrivano dal Pronto Soccorso– ha spiegato Andrea Rocchetti, responsabile della Microbiologia- I risultati sulle emocolture positive osservate in un anno hanno mostrato una riduzione significativa del tempo necessario alla identificazione dei batteri e all’esecuzione dei test di sensibilità agli antibiotici, passato da 84 ore di media a 67. Inoltre, questo tempo è di circa 10 ore in meno per le emocolture incubate al Pronto Soccorso rispetto a quelle prelevate nei reparti. Questa esperienza pilota ci permette di agire in tempo reale, al letto del malato, evitando sprechi di risorse e costi indotti”.

La nuova strategia organizzativa sarà un’arma in più nelle mani dei medici e dei microbiologi per combattere la setticemia che, nonostante vaccini, antibiotici e terapie di emergenza, resta la prima causa di morte da infezione.

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