Autore Redazione
sabato
1 Dicembre 2018
07:30
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Cronaca - Alessandria

Amag Reti Gas e il biometano: come produrre energia pulita dai rifiuti

Una "carta" che il territorio alessandrino è pronto a giocare
Amag Reti Gas e il biometano: come produrre energia pulita dai rifiuti

ALESSANDRIA – Una riduzione di ben 43mila tonnellate di CO2 all’anno. Questo è solo uno dei tanti dati emersi nel corso del convegno organizzato venerdì mattina ad Alessandria da Amag Reti Gas e dedicato al biometano, una opportunità che l’azienda del Gruppo Amag che si occupa del servizio di distribuzione del gas potrebbe cogliere, con l’obiettivo di produrre energia pulita dai rifiuti, avendo vantaggi economici e ambientali.

“La risposta degli attori economici e delle categorie professionali di Alessandria è motivo di particolare soddisfazione” dichiara il Presidente del Gruppo Amag Paolo Arrobbio, che evidenzia come la multiutility alessandrina abbia voluto fortemente questo momento di incontro e approfondimento, spiegando così la scelta: “la produzione di biometano va a collocarsi come potenziale anello finale nell’ambito del ciclo integrato del nostro Gruppo che già tratta e mette in
rete acqua, gas, rifiuti ed energia”.

Amag Reti Gas ha chiamato a raccolta esperti del settore per rispondere a curiosità e richieste di approfondimento su un tema che sta facendo registrare un diffuso e crescente interesse per la sua duplice connotazione: quella ambientale, rappresentando una risposta sostenibile al problema dello smaltimento dei rifiuti, e quella economica, grazie al valore generato dalla trasformazione in biometano degli scarti agroindustriali e della frazione organica
dei rifiuti solidi urbani (Forsu), come hanno sottolineato in apertura anche Gianfranco Baldi, Presidente della Provincia di Alessandria, e l’Assessore Piervittorio Ciccaglioni, in rappresentanza del Comune di Alessandria.

Emanuele Rava, Amministratore Unico di AMAG Reti Gas, ha messo l’accento sulle opportunità per il territorio alessandrino: “Forsu e fanghi prodotti dai processi di smaltimento oggi rappresentano una fonte di preoccupazione crescente vista la crescita dei costi. Grazie al biometano potremmo affrontare il problema trasformando i costi in risorse energetiche per uso industriale, domestico e per autotrazione. Amag Reti Gas intende guidare questo processo in virtù della sua presenza capillare sul territorio e per le competenze verticali nel settore ma tutte le società del Gruppo possono svolgere un’azione fondamentale nel dare vita a un’effettiva economia circolare”.

Tra i relatori “tecnici” che hanno dato vita alla tavola rotonda di approfondimento Andrea Premi, Gas & Networks Advisor, ha illustrato le principali novità normative, a partire dalla focalizzazione unica sulla destinazione del biometano al settore dei trasporti, e i rischi derivanti dal ruolo distorsivo del Gse, che non essendo in grado di vendere autonomamente il biometano, ha assegnato il compito tramite gara a Eni e Edison, moltiplicando così i soggetti della filiera e comportando il rischio di un aggravio dei costi da socializzare e, in ultima analisi, il potenziale aumento del prezzo dei carburanti.

Michele Positano, AD di Agatos Energia, ha illustrato il progetto Biosip di Marcallo, in provincia di Milano, un impianto il cui investimento complessivo si aggira intorno ai 19 milioni di Euro, con una capacità di trattare circa 35mila tonnellate annue di scarti e rifiuti organici e di produrre circa 472 metri cubi standard all’ora di biometano. L’impianto, in totale assenza d’aria, lavora su tre fasi (due di digestione e una di pastorizzazione) e riesce a recuperare in forma depurata il 70% dell’acqua utilizzata durante il processo, oltre a separare oltre il 90% delle plastiche presenti nel materiale in ingresso.

Paolo Trivero, Professore Ordinario di Fisica dell’Università del Piemonte Orientale, ha infine posto l’attenzione sul contesto globale caratterizzato da un aumento della popolazione e dal conseguente aumento di energia ma al contempo dal progressivo esaurimento dei combustibili fossili. L’aumento dell’inquinamento e, in particolare, dei gas serra fa emergere la necessità di controllare le emissioni in atmosfera di gas metano e, di conseguenza, la “carta” che può giocare il suo recupero e la sua trasformazione in biometano. In tale contesto globale, la città di Alessandria, con oltre 4 milioni e 600 mila metri quadri da riscaldare, si presta molto bene a una sperimentazione del biometano. Con 25 mila tonnellate di Forsu, si potrebbero, ad esempio, produrre circa 2 milioni e 857 metri cubi standard di biometano. Non da ultimo il problema dello smaltimento dei fanghi: i prezzi sono pressoché quadruplicati e soltanto Amag ne ha circa 15
tonnellate al giorno da smaltire. Un impianto di biometano potrebbe rappresentare una risposta intelligente e sostenibile: ad Alessandria, infatti, si avrebbe una riduzione di ben 43mila tonnellate di CO2 all’anno.

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