Autore Redazione
giovedì
6 Dicembre 2018
05:00
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Cronaca - Acqui Terme

Acqui Terme al lavoro per diventare città cardioprotetta

Grazie all’accordo siglato con il supporto del Comune tra i Lions Club dell’acquese e FomInLife, verranno censiti tutti i defibrillatori, pubblici e privati, presenti in città così da creare una mappa dei dispositivi salvavita
Acqui Terme al lavoro per diventare città cardioprotetta

ACQUI TERME – Acqui Terme è al lavoro per diventare una città “cardioprotetta”. Grazie all’accordo siglato con il supporto del Comune tra i Lions Club dell’acquese e FomInLife, associazione no profit composta da specialisti dell’emergenza sanitaria, verranno censiti tutti i defibrillatori, pubblici e privati, presenti in città così da creare una mappa dei dispositivi salvavita. Il censimento, inoltre, permetterà di individuare anche zone “scoperte” dove installare nuovi defibrillatori, apparecchiature salvavita in caso di arresto cardiaco.

Il progetto, in vari step, prevede anche la creazione di una apposita “app” per visualizzare la mappa dei defibrillatori anche su cellulari e tablet e avere risposte e indicazioni sulle manovre da effettuare da personale formato, in attesa dell’arrivo dei soccorsi sanitari.

Nei Paesi industrializzati, hanno ricordato dal Comune di Acqui, l’arresto cardiaco improvviso è la causa di morte più frequente per i soggetti in età produttiva, dai 20 anni ai 65 anni, in particolare di sesso maschile. Molte vite, spesso giovani, potrebbero essere salvate se la popolazione fosse a conoscenza delle principali manovre salva-vita e avesse a portata di mano in pochi minuti un Defibrillatore Automatico Esterno.

Come operatore sanitario – ha sottolineato il sindaco di Acqui Terme Lorenzo Lucchini – penso sia di importanza vitale creare una rete salvavita in città. Bisogna poter conoscere dove sono collocati i defibrillatori sul territorio con una mappatura in costante aggiornamento e una cartellonistica che indichi in poche mosse e in maniera efficace e tempestiva come usare questi strumenti. Ciò è di vitale importanza. L’Italia, come spesso accade, non è al passo con il resto dell’Europa per la diffusione della cultura del primo soccorso. La mia Amministrazione aveva tra gli obiettivi quello di intervenire in questo settore: ho preso a cuore questo problema e stiamo operando, grazie ai Lions Club Acqui e Colline Acquesi e l’associazione FormInLife, per creare una vera e propria rete salvavita ad Acqui Terme. Nel 60% dei casi un arresto cardiaco avviene in un luogo pubblico, per questo un defibrillatore può fare la differenza tra la vita e la morte se applicato entro i due o i quattro minuti dall’arresto cardiaco, in attesa di soccorsi avanzati”.

Una delle mission del Lions Club International – ha aggiunto  la presidente del Lions Club Acqui e Colline Acquesi  Cristina Grillo – è quella di salvaguardare la salute di tutti i cittadini, promuovendo incontri, attività e service sia nelle scuole che in varie situazioni con il fine di diffondere cultura, cercando di prevenire malattie o promuovere sane abitudini. Abbiamo quindi accolto con grande entusiasmo l’invito e l’opportunità offertaci dal nostro sindaco di condividere e portare avanti insieme questo importante ed innovativo progetto. In questo modo potremmo essere tutti più consapevoli ed utili al fondamentale compito di proteggere e salvaguardare la propria e l’altrui vita”.

FormInLife – ha sottolineato il presidente Marco Pappalardo – è una associazione no profit composta da specialisti dell’emergenza sanitaria che opera da tre anni sul territorio del Nord Italia e che ha formato più di quindicimila persone. Siamo felici di poter iniziare un progetto di questo calibro con il Comune di Acqui Terme perché, oltre a renderci conto della sensibilità del sindaco Lorenzo Lucchini e della sua Amministrazione, è possibile rendere un servizio importante per il cittadino. Bisogna considerare che il numero di morti per arresto cardiaco improvviso in Italia è ancora molto elevato. Il nostro Paese attualmente costituisce un quarto della mortalità europea, perché manca una cultura dell’emergenza. Mancano corsi di formazione sia tra i banchi di scuola che tra la cittadinanza, sono pochi e sono confinati in alcune aree come i volontari del pronto soccorso. Bisogna elevare il livello culturale per far capire alle persone che in caso di estrema necessità si può davvero fare la differenza, associando le manovre rianimatorie all’utilizzo del defibrillatore. Mi auguro che altri Comuni prendano spunto da questa iniziativa e sviluppino progetti simili. Ne saremmo davvero felici, perché è così che si farebbe la differenza”.

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