Autore Redazione
lunedì
18 Agosto 2014
00:00
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Cronaca - Piemonte

Gli orari scolastici guastano l’alimentazione degli studenti

Gli orari scolastici guastano l’alimentazione degli studenti

In questi giorni si è tornati a discutere di alimentazione e giovani in Piemonte. Lo ha fatto in particolare il Dott. Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Novara che ha criticato nello specifico gli orari scolastici, specie di scuole medie e superiori. In alcuni casi i ragazzi non devono frequentare le lezioni al sabato, ma nei restanti giorni rimangono fino a 6 ore in aula. “La settimana corta per i ragazzi significa che questi ultimi debbano rimanere in classe fino alle 14 – ha spiegato D’Andrea – se poi contiamo il tempo per ritornare a casa, i ragazzi pranzano fuori orario e soprattutto con tempi molto ristretti.”.

Per il medico novarese, responsabile anche della struttura complessa di dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale “Maggiore” di Novara, vi sarebbe una forte contraddizione tra teoria e pratica. “Da un lato viene fatta molta pubblicità, giustamente, sul mangiare bene, mangiare sano, ma d’altro canto all’atto pratico abituiamo i nostri figli ad assumere uno stile di vita poco sano”.

In generale, quindi, l’osservazione di D’Andrea si è concentrata sui ritmi scolastici, più che sull’alimentazione vera e propria “Da parte nostra, come nutrizionisti possiamo fare poco per i ragazzi in quella fascia d’età, poiché l’assunzione di cibi sani è impedita proprio dalle tempistiche dei giovani che, tornando a casa tardi mangiano spesso alimenti preconfezionati, quindi poco sani, poiché sono più semplici e veloci da preparare”.

Est modus in rebus” quindi, come dicevano i romani, ossia c’è un modo per ogni cosa anche per mangiare, ed è il punto su cui si è soffermato anche il dott. D’Andrea che ha fatto notare come gli orari scolastici così ‘allungati’ portino i ragazzi a mangiare di più per cena, che sommata a una colazione scarsa, rappresenta la dieta tipo di molti giovani. “Inutile dire – aggiunto il medico novarese – come ciò vada contro ogni buona regola alimentare”.

Una dieta sbagliata va quindi di pari passo con un ritmo giornaliero sempre più frenetico, che costringe non solo i giovanissimi, ma anche gli adulti a mangiare nei tempi e nei modi sbagliati. Ciò chiarifica ancora meglio i dati Istat dello scorso anno, che hanno registrato un incremento del 9% degli obesi italiani. Una “magra” consolazione proviene però dai dati regionali che vedono il Piemonte come regione con la percentuale obesi più bassa.

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