Autore Redazione
venerdì
22 Marzo 2019
05:35
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Cronaca - Alessandria

“La polizia penitenziaria non sia abbandonata, situazione critica”

Il Sappe invita ad affrontare il problema per la sicurezza e il bene di tutti
“La polizia penitenziaria non sia abbandonata, situazione critica”

ALESSANDRIA – L’ultimo episodio critico avvenuto nel carcere di San Michele è solo la fine di un lungo elenco ma è il campanello d’allarme di una situazione definita “esplosiva. Lo dicono i sindacati della polizia penitenziaria e in particolare il Sappe per bocca di Demis Napolitano, segretario provinciale. “Da inizio anno sono circa una ventina le situazioni problematiche tra aggressioni e fatti simili a quelli accaduti alle 4 di giovedì scorso – spiega il segretario”. Il fenomeno non può più essere preso sotto gamba, racconta Napolitano, allarmato anche dal tenore di eventi “come quello accaduto il 12 marzo con un agente ferito con una lametta un detenuto. In quel caso il poliziotto ha riportato lesioni per 10 giorni ma episodi come quelli rimangono nella testa e in 23 anni di lavoro non ho mai visto una situazione così preoccupanteha aggiunto allarmato Napolitano”.

La popolazione carceraria ad Alessandria, tra Don Soria e San Michele, è costituita da circa 550 persone e il personale è definito non sufficiente per far fronte alle problematiche quotidiane. Per questo il Sappe rinnova un appello a Roma che tra l’altro “ha deciso di ridurre il numero di poliziotti da 250 a 220 nel carcere di San Michele, in una struttura già in sofferenza“. Ma il problema è comunque generale spiega ancora Napolitano poiché nonostante le ore di lavoro debbano essere 6 al giorno “quando va bene ci si toglie la divisa dopo 8 ore altrimenti anche dopo 10 o 12 ore”.

Eppure la questione sicurezza, conclude Napolitano, è un concetto che va a beneficio di tutti. La tutela del poliziotto penitenziario permette di far vivere in condizioni idonee al recupero anche i detenuti. “Se  si aumenta il personale addetto alla rieducazione le persone recluse impiegano utilmente il tempo e questo crea meno tensioni oltre a essere utile. Il carcere purtroppo è considerato un mondo a sé ma merita attenzione, anche dal mondo politico; occorrono risposte per applicare davvero il concetto di pena come fine rieducativo e per migliorare la società in cui viviamo, ma è necessario farlo subito”.

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