Autore Redazione
giovedì
11 Aprile 2019
15:40
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Cronaca - Alessandria

Forbici in una coscia per un debito. Tatuaggio porta la Squadra Mobile ai due responsabili

Una complessa indagine della Squadra Mobile della Questura di Alessandria ha permesso di ricostruire quanto accaduto a un ragazzo di 27 anni, a fine settembre arrivato al Pronto Soccorso di Alessandria con una profonda ferita da taglio a una coscia
Forbici in una coscia per un debito. Tatuaggio porta la Squadra Mobile ai due responsabili

ALESSANDRIA – Una complessa indagine della Squadra Mobile della Questura di Alessandria ha permesso di ricostruire quanto realmente accaduto a un ragazzo italiano di 27 anni, a fine settembre arrivato al Pronto Soccorso di Alessandria con una ferita da taglio a una coscia, e arrestare le due persone responsabili di quella profonda lesione.

Spaventato da una possibile vendetta dei suoi aggressori, il giovane inizialmente aveva raccontato di essere stato colpito con un fendente da due cittadini stranieri sorpresi ad armeggiare accanto alla sua vettura nel parcheggio vicino allo Skate Park di Alessandria e di essere stato poi portato in ospedale da un passante. Quel racconto fin da subito, però, non aveva convinto gli uomini della Squadra Mobile sotto la guida di Marco Poggi.

Anche la seconda versione fornita dalla vittima non aveva trovato riscontri. Nel parcheggio la Polizia non aveva trovato tracce della presunta aggressione da parte di due cittadini stranieri per il rifiuto della vittima a pagare una ragazza conosciuta su una chat per una prestazione sessuale. Neppure le immagini delle telecamere hanno aiutato la Squadra Mobile a riconoscere la persona che aveva accompagnato la vittima in ospedale. Un cappellino, infatti, copriva il suo volto. È stato un particolare tatuaggio, però, a mettere i poliziotti lungo la giusta pista. Quel “passante”, infatti, aveva colpito un infermiere per il singolare segno sotto un occhio. Un numero “667” impresso con l’inchiostro anche sul volto di Andrea Bernardo, un alessandrino di 27 anni residente a Valenza.

Riconosciuto il giovane nelle foto degli amici della vittima su Facebook, la Polizia ha trovato sulla sua auto il sangue di cui non c’era invece traccia nel parcheggio vicino allo Skate Park, indicato come luogo dell’aggressione. Anche Bernando ha inizialmente raccontato una poco credibile versione ai poliziotti per scansare ogni accusa. L’analisi delle celle telefoniche ha però collocato il valenzano nell’appartamento al quartiere Cristo dove stava scontando i domiciliari Davide Lo Iacono, alessandrino di 29 anni. Un alloggio dove Andrea Bernardo aveva portato la vittima, incontrata a Bassignana e convinta a salire in macchina sfruttando due suoi amici, a quanto pare all’oscuro delle reali intenzioni del valenzano.

In quell’appartamento la vittima era stata incalzata con violenza e minacciata per un presunto debito di droga di circa 2 mila euro che aveva maturato con Dario Lo Iacono, il fratello di Davide da fine giugno in carcere per il tentato omicidio di un cittadino marocchino di 32 anni, colpito alla schiena con un colpo di pistola in via Basso.

La discussione quella sera era poi esplosa in violenza. La vittima, prima presa a pugni, aveva poi sentito affondare un paio di forbici da cucina nella coscia. Davide Lo Iacono aveva puntato al costato ma il ragazzo  era riuscito a proteggersi sollevando le gambe e anche a schivare uno dei colpi verso un braccio. Prestati i primi soccorsi in casa, Andrea Bernardo aveva poi accompagnato in ospedale la vittima. Il cappellino era  riuscito a coprire il suo volto alle telecamere ma non a nascondere il particolare tatuaggio sotto l’occhio che ha permesso alla Squadra Mobile di far luce su quanto realmente accaduto e arrestare Davide Lo Iacono e Andrea Bernardo per tentata estorsione aggravata e lesioni aggravate.

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