Autore Redazione
martedì
7 Maggio 2019
01:54
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Cronaca - Valenza

A Valenza la sanità torna al centro tra il futuro del Mauriziano e l’Uspidalì

Dibattito politico dopo l'ultimo consiglio comunale
A Valenza la sanità torna al centro tra il futuro del Mauriziano e l’Uspidalì

VALENZA – L’ultimo consiglio comunale di Valenza ha affrontato anche temi legati alla sanità e ha dato via libera a un atto di indirizzo che risponde alla richiesta dell’Asl di spostare 20 posti “Cavs” (Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria) attualmente collocati al primo piano dell’Ospedale Mauriziano, nella struttura della Casa di Riposo “Uspidalì” di via Zuffi.

Una operazione che come “principale vantaggio” presenterebbe, sostiene Maria Maddalena Griva, Presidente Istituzione “Uspidalì”, “di mantenere a Valenza i 20 posti rivolti a coloro che, dimessi da un ospedale, necessitano di cure e assistenza sanitaria“, senza quindi disperderli in altre città della provincia.
La nostra Casa di Riposo presenta un primo piano totalmente ristrutturato con un reparto adatto ad ospitare per un periodo idoneo persone dismesse dall’ospedale. Il secondo vantaggio è quello di vedere trasferita anche la guardia medica che garantirebbe la presenza di un medico nella struttura di via Zuffi per 24 ore. Il terzo vantaggio sta nel fatto che potrebbe innescarsi un percorso economico virtuoso che consentirebbe di intervenire nella ristrutturazione del piano terra e del secondo piano. Potremmo così completare il rinnovamento di una struttura, posta in centro città, che da sempre è nel cuore di tutti i Valenzani. In qualità di Presidente dell’Uspidalì, esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto grazie al lavoro del Consiglio di Amministrazione che ha collaborato attivamente con l’Amministrazione Comunale di Valenza per il raggiungimento di tale obiettivo“.

Sul tema sanitario e sull’approccio della maggioranza non tutti hanno però espresso la stessa soddisfazione. In particolare il Movimento 5 stelle cittadino teme “che depotenziando l’ex ospedale Mauriziano non si farà altro che accelerare sulla definitiva chiusura, senza una struttura dove allocare gli attuali servizi si perderebbero per sempre“.
Il gruppo politico ritiene infatti che “a oggi nessuno può garantire con certezza che questo triste epilogo non si avveri, ricordiamo che la Casa della Salute per ora resta solo un’ipotesi futuribile. Come M5S abbiamo richiesto maggiori garanzie, sono state respinte in quanto solo l’ASL o la Regione con un atto ufficiale, avrebbero potuto dare. Rivendichiamo con orgoglio la nostra totale estraneità alle politiche devastanti in tema di sanità perpetuate nel tempo a livello regionale, impossibile anche solo pensare di avallare qualsiasi scelta che metta a rischio i servizi o di decidere quali sacrificare, perché ognuno soddisfa bisogni differenti. Questa responsabilità politica ricade sulle spalle di altri, il diritto alla salute non può essere oggetto di partigianeria partitica per cui, abbiamo dunque preferito rinunciare polemica sterile salvando i posti di degenza e la guardia medica, ma certi di non aver firmato per la chiusura dell’ex ospedale con le relative conseguenze .
Certo e’ che se avessimo avuto qualche garanzia reale, per esempio un piano finanziario, una delibera o un qualsiasi atto che testimoniasse la fattibilità della Casa della Salute, avremmo fatto altre scelte. Resta da capire il confine tra le difficoltà tecniche e quelle politiche, nel portare avanti gli obiettivi prefissati o nel rapportarsi con le istituzioni competenti, in questo caso la Regione, sta di fatto che siamo stati lasciati in balia degli eventi. Su un punto siamo tutti in accordo i servizi devono essere mantenuti, sul come riuscirci è una partita aperta e dubitiamo che si risolverà entro il 2020“.

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