Autore Redazione
giovedì
30 Maggio 2019
14:00
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Cronaca - Casale Monferrato

Rapinava bar e tabaccherie di Casale armato di coltello. Carabinieri lo incastrano

Le tempestive indagini dei Carabinieri della Compagnia di Casale Monferrato e le analisi dei Ris di Parma hanno permesso di incastrare il rapinatore anche per il primo dei tre colpi messi a segno, in due giorni, nel mese di novembre
Rapinava bar e tabaccherie di Casale armato di coltello. Carabinieri lo incastrano

CASALE MONFERRATO – Si era disfatto del coltello che aveva usato per la rapina al “Bar Jolly” in via Bertana, a Casale, gettandolo dietro un cassonetto della spazzatura a qualche via di distanza. Trascorse neanche 48 ore aveva impugnato un’altra lama per rapinare altre due tabaccherie, il bar albergo “Botte d’Oro” in via Paleologi e, quaranta minuti dopo, la “Tabaccheria Milano”.

Incastrato per gli ultimi due colpi, messi a segno il 24 novembre, Lulzim Kabashi, cittadino albanese di 46 anni, si era trincerato nel silenzio per scansare la responsabilità per la prima rapina. I Carabinieri della Compagnia di Casale Monferrato, sotto la guida del Capitano Christian Tapparo, però, non si sono dati per vinti.

Già raccolte numerose testimonianze e analizzate le riprese dei sistemi di videosorveglianza, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Casale, al comando del Sottotenente Salvatore Puglisi, hanno inviato ai Ris di Parma il coltello recuperato dietro il cassonetto della spazzatura in viale San Martino.

Le analisi hanno così permesso di isolare il Dna dell’uomo dalla lama lunga 20 cm che il rapinatore, il 22 novembre, aveva puntato contro la madre del titolare del “Bar Jolly” per obbligarla a consegnare 600 euro in contanti. Una minaccia che due giorni dopo aveva terrorizzato anche il titolare del bar in via Paleologi, anche lui aggredito da un uomo a volto coperto, fuggito poi su un’auto grigia. Una vettura che era stata vista allontanarsi circa mezz’ora dopo dalla tabaccheria in via Milano dove un rapinatore aveva minacciato anche un cliente, riuscito poi ad allontanarsi dalla lama e a scagliare un portaombrelli contro il malvivente.

Rintracciata prima la vettura grigia, risultata intestata alla madre di un cittadino albanese già noto alle Forze dell’Ordine, i Carabinieri erano riusciti a incastrare e far confessare Kabashi, che portava ancora il segno del colpo sferrato con il portaombrelli dal cliente dell’ultima tabaccheria rapinata. Ottenuto il fermo per le due rapine del 24 novembre, i militari non erano riusciti a scalfire il silenzio del cittadino albanese sul colpo al “Bar Jolly”.

La tenacia dei Carabinieri e gli accertamenti tecnici, che l’Arma provinciale ha intenzione di implementare in tutti i casi di reati contro il patrimonio, ha spiegato il Comandante provinciale, il Colonnello Michele Angelo Lorusso, hanno poi aggiunto il fondamentale tassello che ha permesso al Sostituto Procuratore Francesco Baldovino, titolare delle indagini, di chiedere e ottenere una misura cautelare per la pericolosità dell’uomo, già condannato a un anno e sei mesi di reclusione e poi sottoposto ai domiciliari per le due rapine del 24 novembre, e ora in carcere  in attesa del processo per la rapina al “Bar Jolly”.

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