Autore Redazione
lunedì
24 Giugno 2019
11:03
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Cronaca - Alessandria

La rubrica della psicologa: L’importanza dell’attesa

L'importanza di riscoprire la capacità di aspettare
La rubrica della psicologa: L’importanza dell’attesa

RADIO GOLD – Ultima puntata prima della pausa estiva con la rubrica sulla psicologia curata da Sara Cappelletti. In questo spazio ci occupiamo dei figli e del loro tempo libero.

Ai miei figli non piace aspettare… si stufano ad aspettare che tutti abbiano finito di mangiare per potersi allontanare da tavola, si stufano ad aspettare che l’altro finisca di usare quel gioco che volevano provare, si stufano di aspettare il turno per l’altalena o quello per il gelato.
Anche a me non piace aspettare il mio turno, così come il giorno e il momento per fare qualcosa che desidero o mi appassiona.
Eppure quell’attesa a ben guardare rende speciale il momento in cui la cosa desiderata si concretizza. L’attesa inoltre rende più desiderabile ciò che ancora non c’è.
L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” diceva a ragion veduta Gotthold Ephraim. È chiaro che quando abbiamo un desiderio, o un progetto non vediamo l’ora di vederlo realizzato.
Mano mano assaporiamo i progressi, fantastichiamo sul futuro, sul momento in cui sarà compiuto e l’attesa della realizzazione può essere a tratti stancante, ma sicuramente elettrizzante ed entusiasmante.
Ma proprio nell’attesa della realizzazione noi esseri umani impariamo molto. Diventiamo capaci di gestire la frustrazione, di usare l’autocontrollo, di rispettare l’altro. Questo inizia da bambini, in famiglia, nel gruppo dei pari, nel tempo trascorso a scuola. Le attitudini della mente infatti vanno educate, allenate, stimolate.

Si impara l’attesa, si impara la pazienza, si impara la “lentezza del tempo che aggiusta le cose”. Oggi questo allenamento è ancora più difficile, perché si scontra con il consumismo (degli oggetti, dei sentimenti, delle persone) in una società come la nostra dove il dictat imperante è quello del “tutto e subito”.
Anche nella psicoterapia il lavoro è connotato di impegno, di decisioni, di fatica, di gioie, di sollievo, di entusiasmo; ma anche di attese. È fondamentale accettare e ritrovare il tempo. Il tempo per se stessi. Il tempo necessario affinché qualcosa diventi più familiare, meno estraneo. Il tempo affinché una consapevolezza o un cambiamento vengano compresi appieno e metabolizzati dal nostro corpo e dalla nostra mente. Il tempo per cui il lavoro impostato ed iniziato possa dare I primi frutti.
La nostra interiorità infatti ha dei tempi, durante i quali si lavora e si prepara il terreno in attesa dei primi germogli. Questi tempi, che ricordano un po’ tempi della natura vanno rispettati, non si può fare altrimenti, e sono un dono che possiamo fare a noi, alla nostra crescita interiore.
Mi scontro spesso con i tempi della modernità, della fretta, del tutto subito. Con richieste di aiuto rimandate per mesi o per anni finché poi arriva la telefonata per avere un appuntamento, ma deve essere oggi, adesso, subito; o con lunghissimi elenchi di sofferenze, seguiti dalla domanda se per avere un giovamento sarà necessario venire in terapia più di una volta non c’è cattiva fede, ed è chiaro che sarebbe bello avere la bacchetta magica e in un attimo trasformare tutto (si potrebbe aprire un grande capitolo su quanto sarebbe davvero bello piuttosto che destabilizzante e stressante), ma sono i segnali che è necessario trovare il contatto con i tempi della natura, con I tempi della crescita (anche interiore), con I tempi dell’ascolto non solo degli altri ma soprattutto di noi stessi. (Photo by Fabrizio Verrecchia on Unsplash)

Sara Cappelletti
Psicologa e Psicoterapeuta
Orientamento cognitivo comportamentale
Via Messina 23 Alessandria
Tel. 338 9892040
info@psicologia-alessandria.it
www.psicologia-alessandria.it

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