Autore Redazione
sabato
20 Luglio 2019
10:59
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Cronaca - Eventi - Alessandria

Rimanere umani. Recensione di “Il bradipo e la carpa” a Borgo del Teatro

Rimanere umani. Recensione di “Il bradipo e la carpa” a Borgo del Teatro

ALESSANDRIA – E’ sempre un’emozione entrare nel chiostro di Santa Maria di Castello, di sera, sotto il campanile romanico illuminato e sotto gli alberi tra le arcate. E’ qui che si svolge la rassegna Borgo del Teatro – collezione estate autunno, organizzata dall’Associazione BlogAl e dalla compagnia Gli Illegali con il contributo della fondazione SociAl, i cui spettacoli toccano o realtà vicine al territorio o storie dal profilo universale. Appartiene a questa categoria “Il bradipo e la carpa”, presentato ieri, sabato 19 luglio, dalla Compagnia Carnevale. Dopo il successo di pubblico di ieri, la rassegna riprenderà a settembre con gli ultimi due appuntamenti (qui il programma).

Lo spettacolo è l’adattamento per la scena di “Due Eroi in Panchina” di Roberto Quartarone ed è la storia vera di due allenatori ungheresi, Istvan Tóth e Géza Kertész, entrambi sui campi di calcio italiani negli anni ’30, in un’epoca calcistica di grande prestigio per la scuola magiara. Antonio Carnevale (sua anche la drammaturgia e la regia) e Riccardo Stincone raccontano, con l’obiettivo dichiarato di imparare e conoscere, due vite intrecciate tra loro, con la storia del calcio e poi della seconda guerra mondiale. La modalità è quella di fornire “tracce senza filtro”, ovvero gocce di verità da cui trapelano passione e soprattutto la capacità di rimanere uomini in un mondo dominato dalla distorsione dell’umano (impossibile non pensare a Primo Levi).

Il registro è quello del ricordo, che diventa istante presente in forma di dialogo, brioso e pieno di amore per lo sport. Il Bradipo e la Carpa sono i soprannomi di Géza (più lento) e di Istvan (a cui il nomignolo fu appioppato dall’infanzia). Su questo e altro i protagonisti scherzano, ricordando le azioni di gioco e le città italiane da loro amate, senza mai scordare Budapest, luogo dell’inizio e della fine di tutto. Al momento dell’invasione nazista dell’Ungheria e delle deportazioni nei campi di sterminio, i due amici sceglieranno la strada della resistenza. Consci di essere “nazionalisti, cristiani e professionisti affermati”, quindi privilegiati, creeranno il gruppo Melodia, attraverso il quale salveranno la vita di moltissimi ebrei, a costo infine della loro. E’ qui che il registro allegro e dinamico vira verso il tono drammatico, quello della statura morale di due eroi profondamente umani.

Una vicenda dimenticata e ben ricostruita, un andamento vivace, che da subito coinvolge e immerge in un passato-presente rievocato in forma giocosa e discorsiva, per terminare in un sacrificio consapevole ed eroico. Uno spettacolo coraggioso nel trattare una storia tragica con la modalità della vita: ora allegra ora drammatica.

Alla fine della serata la nipote di Géza Kertész, che ha assistito allo spettacolo per la prima volta, ha ricordato quanto il padre le disse del nonno e tutto è sembrato più vicino e più vero. Un riconoscimento importante per la Compagnia Carnevale e un momento prezioso per tutti.

A Borgo del Teatro sfilano anche le realtà economiche ed associazionistiche di Borgo Rovereto e, ieri sera, si sono presentati Fuga di Sapori e SocialWood, presenti anche ad ogni serata di Borgo del Teatro con i “Momenti di Evasione”, una degustazione dei prodotti di economia carceraria e della Sbirra di Fuga di Sapori (il cui ricavato sarà utilizzato per la riqualificazione di Piazza Don Soria).

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