Autore Redazione
sabato
8 Novembre 2014
08:15
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Cronaca - Alessandria

Il laboratorio teatrale alla Casa di Reclusione di San Michele

Il laboratorio teatrale alla Casa di Reclusione di San Michele

“Il giardino incantato”, rappresentazione scenica del famoso album “Non all’amore non al denaro né al cielo” di Fabrizio De Andrè , è il frutto del laboratorio teatrale tenuto presso la Casa di Reclusione di San Michele eterminato con lo spettacolo di venerdì 7 novembre.

Il progetto ha avuto come capofila l’associazione Sie (Solidarietà Internazionale ed Emergenze) ed è stato realizzato dal regista Gianluca Ghnò della compagnia Stregatti e da PianetaMarte, con l’accompagnamento musicale del maestro Andrea Negruzzo. Il finanziamento si deve ad un bando del CSVA.

“Non all’amore non al denaro né al cielo” è un disco i cui testi poetici sono tratti dall’ ”Antologia di Spoon River” di E.L. Masters, un mondo raccontato da voci di sepolti su una collina, un tempo vivi e traboccanti di vizi e debolezze. Idifetti del genere umano trapelano in questi ritratti e l’umanità che ne risulta è la stessa di sempre, alla luce della morte che tutto disvela e tutto spiega.

Dodici gli attori in scena, per un’azione corale e l’alternarsi di testi recitati e cantati sulle musiche di De Andrè.

“Dormono sulla collina”, “Un matto” (recitata in parte in spagnolo con la traduzione simultanea in italiano), “Un giudice” (cantata in coro), “un Blasfemo”(dai cui versi è tratto il titolo “Il giardino incantato”),  “Un medico” , “Un malato di Cuore”, “Un chimico” (in musica per una voce solista) e “Un ottico”, con un piazzista venditore di occhiali che deformano e abbelliscono il mondo. Queste le poesie-canzoni che si susseguono per terminare con “Il suonatore Jones”, un simbolo di libertà e una lirica che esprime la pura bellezza di ciò che rende grande l’uomo.  

“Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati/ a cielo e denaro, / a cielo ed amore, / protetta da un filo spinato” : sono i versi, cantati in coro con una evidente partecipazione emotiva, che concludono lo spettacolo, e il loro significato, all’interno di un luogo di reclusione, assume un valore ancora più profondo.

“Le cose che si producono in queste mura devono costituire una risorsa anche all’esterno”, ha detto in questa circostanza il direttore dell’istitutoDomenico Arena, e l’impegno e la commozione dei protagonisti sono stati il motore dell’emozione del pubblico.

Nicoletta Cavanna

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