Autore Redazione
venerdì
21 Febbraio 2020
01:14
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Cronaca - Alessandria

C’è anche l’alessandrina Valeria Cagnina nelle Storie degli altri di Carmelo Abbate

C’è anche l’alessandrina Valeria Cagnina nelle Storie degli altri di Carmelo Abbate

ALESSANDRIA – Storie comuni che nella loro piccolezza diventano imprese di vita. Le racconta giornalmente sui social, e in un libro dal titolo Storie degli altri, il giornalista e scrittore Carmelo Abbate. “Dopo 20 anni a Panorama ho deciso di dimettermi. L’ho fatto in primo luogo perché non credevo più nel giornale come prodotto informativo concepito nel XXI secolo. In secondo luogo perché sentivo l’esigenza di tornare a raccontare qualcosa“, spiega Abbate a Radio Gold.

Un format che vuole dare voce “a chi voce non ne ha se non quando la cronaca li investe. Ecco io ho provato a raccontare le vite di persone apparentemente comuni ma che nel loro piccolo fanno cose grandissime“. Carmelo Abbate ha voluto provare “a far diventare notizia ciò che per i giornali tradizionali non è notizia sino a quando non avviene una tragedia piuttosto che un’impresa memorabile“.

Il lavoro del giornalista inizialmente non è stato dei più semplici: “Inizialmente queste storie le cercavo io. Spulciavo i social e i giornali. Cercavo le storie che celebrassero la vita, o meglio pezzi di vita di personaggi che avevano grandi potenzialità per quello che stavano facendo e che passava sotto traccia o veniva derubricato con una parola avvilente come quotidianità“. Con il tempo, dopo che il format ha preso piede sui social, sono stati gli stessi protagonisti a proporsi. “E ora la mole delle storie è immensa“, spiega ancora Abbate.

Tra le storie raccontate c’è anche quella dell’alessandrina Valeria Cagnina, la giovane andata al Mit e che ha un roseo futuro davanti nel mondo del tech. “Sono rimasto subito affascinato dalla sua storia e dalla capacità di una ragazza così giovane di inseguire il suo sogno fino a raggiungerlo“. Prima l’abboccamento sui social “che non è andato a buon fine” poi il contatto “dopo che però la storia era già stata scritta“. Abbate ritiene che una ragazza come Valeria “possa salvare questo mondo. Lei come gli altri tantissimi giovani che si stanno rimboccando le maniche. Io sono innamorato di questi ragazzi, della loro fame, della loro voglia di affermarsi nel mondo in maniera genuina“.

Ecco che “Valeria è il perfetto emblema del giovane che ama la vita, ama fare e ama il mondo. Vedere una ragazzina tirare fuori gli attributi, andare a Boston al Mit e fare quello che ha fatto è qualcosa di straordinario“.

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