Autore Redazione
martedì
19 Maggio 2020
05:35
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Cronaca - Acqui Terme

Istituto S. Spirito di Acqui chiuderà. Comune e Regione non si arrendono: “Pronti al dialogo”

Istituto S. Spirito di Acqui chiuderà. Comune e Regione non si arrendono: “Pronti al dialogo”

ACQUI TERME – Un fulmine a ciel sereno. La decisione del Consiglio Ispettoriale dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta di chiudere l’Istituto Santo Spirito di Acqui Terme ha colto tutti in contropiede. Tutto ha inizio venerdì scorso, con la visita di una ispettrice nella storica struttura di corso Cavour, sede di una scuola elementare parificata. Al momento non si conoscono nel dettaglio le motivazioni che hanno provocato questa decisione che, ovviamente, non ha lasciato indifferenti cittadini e istituzioni locali e non solo, tutte pronte a fare quadrato.

“Sono rimasto sbigottito dalla decisione per la chiusura dell’Istituto Santo Spirito” ha detto il sindaco di Acqui Lorenzo Lucchini “una scelta destabilizzante, giunta senza nessun preavviso, che sta creando incertezze alle famiglie e preoccupazione per il futuro dei lavoratori. L’Istituto Santo Spirito è un’istituzione d’eccellenza in questa città, in cui sono stato personalmente formato. È un pezzo di storia importante per la nostra comunità. Ho chiesto un incontro ufficiale a suor Elide Degiovanni, ispettrice dell’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, per effettuare opportune valutazioni e individuare la possibilità di soluzioni alternative che possano andare incontro ai soggetti danneggiati dalla chiusura dell’Istituto, tanto più in un momento di emergenza nazionale”. 

Immediata anche la reazione del politico acquese Marco Protopapa, attuale assessore regionale all’Agricoltura che, attraverso due distinte lettere inviate rispettivamente a suor Elide Degiovanni, Ispettrice Regionale e a madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, ha formalmente chiesto un ripensamento sulla decisione della chiusura dell’Istituto Santo Spirito di Acqui Terme.

“Ho ritenuto doveroso scrivere a suor Elide Degiovanni e a madre Yvonne Reungoat affinché si soprassieda alla decisione di chiudere definitivamente questo importante istituto scolastico, alla luce anche dell’emergenza
coronavirus che ha messo a dura prova il tessuto sociale, religioso ed economico di Acqui Terme e dell’intera Diocesi che tra le altre cose diede i natali a Mornese alla Fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice Santa
Maria Domenica Mazzarello – spiega Marco ProtopapaL’ho fatto anche perché per molti anni sono stato presidente dell’Istituto Moiso nel quale hanno operato le Figlie di Maria Ausiliatrice e quindi tengo particolarmente all’opera svolta in Acqui Terme dalle salesiane”. L’assessore Protopapa si è anche reso disponibile per un incontro con i vertici dell’Istituto al fine di trovare una soluzione a tale importante problema che coinvolge molte famiglie non solo di Acqui Terme ma di tutto l’acquese.

Molto colpito da questa decisione anche Don Giorgio SantiParroco della Comunità Pastorale San Guido, secondo il quale “con un colpo di spugna si cancella il Santo Spirito”.

Con la stessa leggerezza con cui Don Bosco veniva a passeggiare con i suoi ragazzi su queste colline, così oggi un’ispettrice salesiana con il suo consiglio, per di più alla fine del suo mandato, fa una passeggiata ad Acqui per annunciare che la centenaria presenza delle salesiane all’Istituto Santo Spirito tra pochi mesi non ci sarà più. Così, all’improvviso! Si chiude scuola, oratorio, comunità religiosa! Cosa importa che ci siano bambini che dopo aver fatto prima elementare (ed essersi trovati benissimo!), dovranno frequentare la seconda altrove, con insegnati e compagni diversi? Cosa importa che quelli di quarta (e delle altre classi precedenti) debbano finire le elementari presso un altro istituto? Che importanza ha questo ai fini educativi, a cui il medesimo istituto dovrebbe essere votato? Cosa importa se i genitori avevano deciso di affidare a questo ambiente i loro ragazzi, facendo anche sacrifici economici? Cosa importa che le preiscrizioni in vista del prossimo anno contino 15 ragazzi? Cosa importa che ci siano insegnanti e personale che da un mese all’altro si troveranno disoccupati?”

“Non siamo mica più ai tempi di Leone XIII (contemporaneo di don Bosco!) che parlava della dignità del lavoro e dei diritti dei lavoratori? Cosa importa che con la Diocesi e la nascente Comunità Pastorale ci sia stato (solo un anno e mezzo fa!) un accordo di collaborazione, per realizzare insieme le iniziative dell’oratorio e della catechesi dei ragazzi, in maniera coordinata per il bene della città ed ora, senza alcun preavviso, unilateralmente tutto viene interrotto senza alcun tipo di dialogo? Cosa importa se agli animatori e ai ragazzi dell’oratorio, con le loro aspettative e disponibilità, diciamo serenamente “noi chiudiamo”?

Mi chiedo davvero cosa importa a questa ispettrice di fine mandato e al suo consiglio? Importa davvero l’educazione? Lo spirito apostolico di Don Bosco? Il bene di quei bambini e di quelle famiglie che si sono affidate a loro per un percorso educativo, scegliendo di pagare di tasca propria, per avere un servizio scolastico che garantisce un’adeguata formazione umana e cristiana? Cosa sta veramente a cuore a questa ispettrice che non si confronta nemmeno con il vescovo e tantomeno con la parrocchia, gli insegnati, i genitori e annuncia una decisione che ferisce, delude, crea ingiustizia e che contraddice palesemente il motto educativo di don Bosco di voler formare “onesti cittadini e buoni cristiani”? Chi ha preso una decisione come questa e con queste modalità non possiede né onestà e né bontà!
Cosa importa… tanto poi loro si ritirano a Torino, che è abbastanza distante da Acqui, nel loro convento e
chi si lamenta se ne farà una ragione! Peccato! …. sì nel vero senso della parola, questo è un peccato da confessare, che non permette di presentarsi a cuor leggero davanti a Dio quando alla sera una suora dice la preghiera di Compieta! Perché le persone vengono prima delle strutture e dei soldi, perché non è onesto servirsi dell’epidemia per prendere decisioni scellerate come questa. La codardia di Pilato che se n’è lavato le mani, la ricordiamo ancora oggi tutte le domeniche nel credo. Allo stesso modo la codardia di questa decisione, ad Acqui, la ricorderanno i piccoli e i grandi, delusi da chi, vestendo un abito e avendo preso impegni, non ha nemmeno permesso che fossero portai a temine! Peccato! Delusione!
Come sacerdoti della Comunità Pastorale condividiamo profondamente il dispiacere e il disagio dei ragazzi e dei genitori della scuola, l’amarezza e la grande preoccupazione del personale, come pure la delusione degli animatori dell’oratorio con i quali in quest’ultimo anno si è fatto un cammino sereno e proficuo. Nonostante questo, Insieme alla diocesi e a quanti, in maniera sincera e disinteressata, tengono a cuore il valore dell’educazione cristiana, di una scuola cattolica e di un oratorio, proveremo a cercare soluzioni che possano in qualche modo sopperire a questo grande vuoto che si è venuto a creare in città”. 
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