Autore Redazione
giovedì
4 Giugno 2020
10:01
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Cronaca - Alessandria

Coldiretti lancia l’allarme sulla fauna selvatica: “La caccia di selezione non basta”

Coldiretti lancia l’allarme sulla fauna selvatica: “La caccia di selezione non basta”

ALESSANDRIA – L’ennesimo incidente a causa della fauna selvatica sul territorio regionale fa scattare il nuovo allarme da parte di Coldiretti. L’associazione punta il dito su una proliferazione senza freni di cinghiali e caprioli che starebbe mettendo a rischio, oltre che le colture devastate, anche la sicurezza delle singole persone.

Ancora una dimostrazione che evidentemente i piani di contenimento messi in atto non sono sufficienti. Dal 16 maggio si è riaperta la caccia di selezione assolutamente necessaria dopo che, con il lockdown, i territori sono stati meno presidiati e la fauna selvatica si è presa ulteriori spazi“, spiegano in coro il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo. Che poi sottolineano come siano necessari interventi ancora più risolutivi: “Servono misure straordinarie, oltre al fatto che gli Atc e i Ca, che non l’hanno ancora fatto, presentino le relative proposte di piano di prelievo selettivo al fine di contenere su tutto il territorio piemontese i danni“.

Per Coldiretti sono a rischio semine, foraggi, frutta, ortaggi, vigneti e anche gli animali delle fattorie. L’associazione ha anche sottolineato come ormai nelle campagne ci siano più fauna selvatica che lavoratori agricoli. “Ribadiamo quanto sia urgente invertire la tendenza degli ultimi 6 anni in cui, in Piemonte, si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno. Oltre alla sicurezza dei cittadini, in gioco ci sono i raccolti delle nostre campagne che, ancor più in questa fase, rappresentano una fonte di approvvigionamento alimentare importante e sono il frutto di un lavoro che non si è mai fermato, nonostante le difficoltà del periodo. Perdere tutto ciò adesso sarebbe un doppio danno, in un momento in cui le imprese agricole necessitano e auspicano una effettiva ripresa dei mercati“, concludono Bianco e Rampazzo.

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