Autore Redazione
martedì
21 Luglio 2020
12:13
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Cronaca - Alessandria

Il peggior momento di sempre per l’economia Occidentale sconvolge anche la provincia

Il peggior momento di sempre per l’economia Occidentale sconvolge anche la provincia

ALESSANDRIA – L’analisi di Confindustria Alessandria sullo stato dell’economia locale comincia con un grosso punto interrogativo che allarma non poco. Gli ultimi tre mesi, dal punto di vista economico, sono stati i peggiori degli ultimi 70 anni per il mondo occidentale senza risparmiare nemmeno l’Alessandrino. La mazzata inferta dal covid ha colpito con ferocia il settore industriale e sta facendo vacillare l’ottimismo di una categoria abituata a pensare con ottimismo e a programmare il lavoro a medio e lungo termine. L’indagine congiunturale del trimestre luglio-settembre, illustrata dal Presidente di Confindustria Alessandria, Maurizio Miglietta, dal Direttore, Renzo Gatti, e da Giuseppe Monighini, responsabile dell’Ufficio Studi.Oggi la situazione contingente non lascia molti margini di ottimismo e consegna uno scenario quanto mai fragile. “La disperazione non è totale” ha puntualizzato il Presidente di Confindustria Alessandria, Maurizio Miglietta, ma rimangono molte le preoccupazioni per un momento estremamente difficile che non si toccava dal 2009, e che coinvolge  tutte le categorie industriali, con l’unica eccezione del comparto alimentare. Gli indicatori alessandrini rispecchiano perfettamente l’andamento regionale con l’aggravante del settore export, noto fiore all’occhiello della nostra provincia, ancora in affanno.
Il timore, inoltre, è che il clima complessivo di incertezza che ancora oggi si respira in buona parte del mondo, con gli spettri di un autunno che minaccia la recrudescenza del covid, possa “mietere ancora vittime per diverse attività“. Come spiegato dal Presidente di Confindustria Alessandria l’Italia è una realtà fatta di piccole e medie imprese, oggi orfana di grandi aziende a dispetto di quanto avviene invece in Germania. Questo scenario costringe molti imprenditori a vivere alla giornata e la mancanza di liquidità o di introiti non fa altro che soffocare imprese di questo tipo. “Se ci fossero aiuti più mirati sarebbe più semplice per certe aziende andare avanti, soprattutto in questo periodo“. L’imponderabilità di questo periodo quindi produrrà nuove vittime, e rischierà di attardare la ripresa economica italiana, appesantita, ha continuato il Presidente Maurizio Miglietta, da una “resa del lavoro più lenta“. “In Italia infatti quello che una volta veniva prodotto in 8 ore oggi viene realizzato in due giorni con un aggravio dei costi che le imprese non possono caricare su clienti. Quando ci sarà quindi una ripresa globale noi dovremo correre perché le altre nazioni lo fanno molto di più di noi. Sarà necessario produrre di più“.

Come se non bastasse a rendere tutto più difficile anche il grosso problema delle infrastrutture patito dal Piemonte e dalla Liguria. Il collasso delle autostrade sta ingolfando il porto e il retroporto con la conseguenza che già oggi “i grandi hub dove attraccano i cinesi si stanno spostando a Trieste e Marsiglia“. La speranza è che i problemi nei collegamenti vengano risolti nel medio termine e che “l’esempio del ponte Morandi diventi una consuetudine per velocizzare i lavori”. Allo stesso tempo l’ulteriore speranza è quella di un utilizzo efficace dei fondi europei a beneficio delle infrastrutture “altrimenti perderemo l’ultimo treno“.

Gli indicatori SOP (saldo ottimisti-pessimisti) Indagine congiunturale terzo trimestre confindustria Alessandria Indagine congiunturale terzo trimestre confindustria Alessandriadescrivono ancora un complessivo scenario fortemente negativo con la previsione dell’occupazione a –15 (era –10 nell’ultimo trimestre), in calo anche l’andamento della produzione a –31 (era –28), così come quello degli ordini totali a –31 (era –29). Allarma poi la situazione ordini destinati all’export, stabili a –26, e con il 50% degli imprenditori del campione che non prevede cambiamenti nei prossimi mesi. Fortemente in calo è invece la previsione della redditività a –40 (era –29). Impennata anche della previsione di ricorso alla cassa integrazione formulata dal 48% degli imprenditori intervistati (era il 18% lo scorso trimestre) anche se sono sempre in maggioranza (il 73%) quelli che prevedono invariata l’occupazione. La propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, scende ed è dichiarata dal 59% degli intervistati (era il 68%), ed è in calo il grado di utilizzo degli impianti al 64% della capacità (era il 72%). Preoccupa inoltre il marcato ritardo negli incassi salito al 60% degli intervistati contro il 38% del trimestre precedente. L’indicatore di chi ha lavoro per più di un mese si riduce ed è al 60% (era 73%).

Come detto tutti i settori industriali sono negativi, in particolare quello metalmeccanico e della gomma-plastica, con una situazione leggermente migliore per la chimica. Bene l’alimentare con indici stabili per occupazione, e positivi per produzione e ordini totali, ma non per l’export. Per il settore dei servizi alle imprese i dati sono negativi ma nel complesso non in peggioramento rispetto al precedente trimestre: la previsione dell’occupazione a –9, il livello di attività a –4, i nuovi ordini a –8, e la redditività a –11.

 

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