Autore Redazione
venerdì
13 Novembre 2020
05:34
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Cronaca - Casale Monferrato

Paolo Bonfanti tra compleanno, anniversari e covid: “Noi musicisti dimenticati e invisibili”

Paolo Bonfanti tra compleanno, anniversari e covid: “Noi musicisti dimenticati e invisibili”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – L’emergenza sanitaria attualmente in corso e le numerose restrizioni hanno stravolto interi settori, compreso quello della cultura. A qualsiasi latitudine del Paese, da questo punto di vista, la situazione, ancora oggi, è particolarmente critica. Recentemente, tramite i social network, alcuni volti noti e associazioni di categoria hanno manifestato il proprio disappunto circa le modalità con le quali il Governo ha adottato alcune misure. Particolarmente discussa, per esempio, prima dell’impennata dei contagi registrata nelle ultime settimane, è stata la chiusura di cinema e teatri, luoghi in cui, secondo molti, rispettando le regole, le attività sarebbero potute proseguire in maniera regolare.

Abbiamo, quindi, pensato di provare a fare il punto della situazione, contattando Paolo Bonfanti, uno dei più famosi bluesman italiani che domenica 15 novembre spegnerà 60 candeline, festeggiando i suoi quarant’anni di carriera. Nato a Genova nel 1960, da molti anni abita in Monferrato. Ideatore di “Books&Blues”, rassegna musicale casalese, ha collaborato con artisti di fama internazionale, condividendo spesso il palcoscenico con leggende del blues e non solo.

“Una riflessione sulla gestione dell’infinita e continua emergenza Covid-19 in rapporto al settore cultura e spettacolo non può prescindere dal comprendere come questo settore e i suoi operatori e addetti ai lavori vengano percepiti, se non dai più, quanto meno dagli organi di governo nel nostro Paese: nel migliore dei casi, sono ritenuti non essenziali, il che significa non produttivi, superflui: persone di cui puoi fare a meno, senza che questo comporti particolari sofferenze. Insomma, gente che, in fondo, non lavora perché, per la maggior parte delle persone, il musicista, l’attore o altre figure di questo tipo non sono una professione nel vero senso del termine” – commenta Bonfanti.

“Questo dipende in parte sicuramente anche da noi stessi, da una mancanza di dignità e regolamentazione nel settore, che porta ovviamente a situazioni poco chiare anche fiscalmente, per non parlare poi dell’aspetto previdenziale. Non contano lo studio, le ore di lavoro, gli spostamenti, i sacrifici etc. Lentamente si sparisce, si cade nell’oblio, dimenticati e invisibili” – ha aggiunto il bluesman genovese.

Abbiamo, quindi, chiesto come potrà presentarsi in futuro la situazione legata al settore artistico, in generale: “Pensare di aiutare un settore così articolato con qualche mancia (per altro, la maggior parte di noi sta ancora aspettando gli aiuti di aprile e maggio), con qualche briciola, è frustrante. Un fermo totale di mesi come può essere affrontato da chi ne ha fatto una professione, investendo in attrezzature, materiali. E quando tra mesi, forse, si ripartirà, quante delle realtà già sul filo del rasoio, che con passione e sacrifici erano dei baluardi della cultura, sopravvivranno alla chiusura e riapriranno? E, soprattutto, in quali condizioni? Il nostro settore, e in generale quello della cultura, muove grandi interessi a ben guardare e impiega migliaia di maestranze con grandi professionalità per niente tutelate e riconosciute. Un settore come questo, però, non va trattato solo in termini economici; va ben al di là di questa singola considerazione, come quello della salute e quello dell’istruzione. Credo, infatti, che questi tre settori si incrocino molto più di quel che si pensa e che una buona istruzione possa produrre cultura, passione e anche buona salute”.

Tra pochi giorni, Paolo Bonfanti spegnerà sessanta candeline e festeggerà quarant’anni anni di carriera. Il Covid-19 non ha fermato la straordinaria creatività che caratterizza la vita di Paolo, un’esistenza interamente dedicata alla musica.

“Come festeggerò? Ero partito con questa idea: per i sessant’anni mi regalo un disco intimo, voce e chitarra; me le suono e me le canto. E poi, più ci chiudevano, più ci toglievano bellezza, più ci accollavano responsabilità, più forte cresceva il desiderio di coinvolgere altre persone in questo progetto. E più noi diventavamo inutili, non essenziali, improduttivi, invisibili, più io vedevo, giorno dopo giorno, i musicisti che non suonavano più, i fonici, i tecnici, i negozi di dischi, i gestori di locali e teatri, gli organizzatori di eventi senza lavoro, le professionalità cancellate, gli investimenti persi, le entrate mancate, le occasioni perdute che, per loro natura, non potranno tornare e di cui nessuno parla. E allora ho pensato, nel mio piccolo: li faccio suonare io, con me. La mia musica diventa nostra. E quindi, alla fine, quanti saremo? Una sessantina?! Più o meno. Poi è arrivato il mio pubblico, che ha partecipato attraverso Produzioni dal Basso alla produzione, al co-finanziamento del tutto. È stato bellissimo. Ci hanno tolto il gran finale, la giusta conclusione, la festa collettiva, il guardarci negli occhi. Ma il 15 novembre Elastic Blues (questo il nome del progetto, ndr) ci sarà e, in qualche modo, ci sarete anche tutti voi: sta arrivando, molleggiando, rotolando, dondolando. Mettetevi comodi”.

Per quanto riguarda questo progetto, Bonfanti ha anche svelato alcuni dettagli particolarmente interessanti: “Diamo i numeri: 60 anni, 70 minuti di musica, 80 pagine di libro. 15 brani inediti, 1 cover, 39 musicisti (40 con me!): se volete potete giocarli al lotto! (ride, ndr). Ci tengo a ricordare tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione del progetto: Alessandro Pelle, Nicola Bruno, Roberto Bongianino, Germano Jori, Andrea Costanzo, Nicola Martinelli, Ermanno Lollo Petroncini, Massimo Berri, Andrea Cavalieri, Eugenio Merico, Fabrizio Barale, Rosalba Grillo, Annie Staninec, Michele Bussone, Nicholas Remondino, Stefano Risso, Davide Pignata, Simone Garino, Daniele Bergese, Alberto Borio, Igor Vigna, Giampaolo Casati, Lucio Fabbri, John Egenes, Gabriele Marenco, Marta Taddei, Noémi Kamarás, Roberta Ardito, Rachele Rebaudengo, Piero De Luca, Maurizio Renda, Mauro Mura, Aldo De Scalzi, Giorgio Ravera, Fabio Treves, Matteo Cerboncini, Valeria Bruzzone, Morena Campus, Matteo Merli, Davide Dave Martini, Andrea De Bernardi, Emi Cioncoloni, Gabriele Pallanca, Manuel Volpe, Simone Pozzi, Alessandro Marcantoni, Alessandro Taricco, Gianpiero Ferrando, Ivano A. Antonazzo, Guido Harari, Delia Ripamonti”.

Infine, una proposta per permettere al settore musicale di ripartire, nonostante l’impossibilità di organizzare concerti ed eventi live: “In un momento come questo, sarebbe fondamentale il sostegno da parte delle radio, sia nazionali sia locali. È importante permettere il passaggio non solo dei soliti noti ma anche di altri artisti, aiutandoli sia in termini di visibilità, sia economicamente, dal punto di vista della Siae e quindi dei diritti d’autore”.

Bonfanti, infine, specifica “di non essere molto favorevole al mondo dello streaming. Per quanto è possibile cerco di difendere la dimensione live, la più vera, sotto tutti i punti di vista”.

Foto di Francesco Gisolfi

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