Autore Redazione
venerdì
4 Dicembre 2020
18:06
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Cronaca - Novi Ligure

Deferimento mister Fossati, il legale: “Ricostruzione dei fatti non supportata da elementi e riscontri obiettivi”

Deferimento mister Fossati, il legale: “Ricostruzione dei fatti non supportata da elementi e riscontri obiettivi”

NOVI LIGURE – Dopo la pubblicazione delle motivazioni da parte del tribunale sportivo inerenti il deferimento per 9 mesi di Maurizio Fossati, accusato da alcune calciatrici di body shaming e sessismo, è arrivata anche la replica del legale dell’ex tecnico della Novese femminile, Matteo Sperduti.

All’esito della pubblicazione delle motivazioni, in data odierna, emesse dalla Commissione Disciplinare presso il Settore Tecnico della FIGC relativamente al deferimento mosso verso il sig. Fossati Maurizio Giuseppe, vogliamo chiarire la posizione del medesimo allenatore il quale, come si può leggere dalla stessa decisione, si è visto addossare delle accuse forti poi non riscontrate in sede di giudizio. La presente difesa, ha preferito non commentare all’esito della pubblicazione del dispositivo successivamente all’udienza, diversamente da come fatto da altri senza avere cognizione di causa,  ma oggi vuole evidenziare come il sig. Fossati sia stato oggetto di una “ricostruzione” dei fatti non supportata da elementi e riscontri obiettivi, soprattutto per ciò che concerne le accuse di “avance sessuali” o “tentativi di baci ad una calciatrice”.

Come avevamo anche anticipato, e come riporta la decisione in esame, la Procura Federale non ha provato con riscontri oggettivi quanto riferito dalle calciatrici nelle loro audizioni e, peggio ancora, tali episodi sono stati definiti come un semplice “vociferato” all’interno dello spogliatoio. Le dichiarazioni accusatorie (rilasciate peraltro da calciatrici che nemmeno hanno denunciato in prima persona il mister) risultano non provate e prive di materiale probatorio, all’interno del procedimento, che ne supporti la validità. Non sono state depositate in giudizio immagini, foto, messaggi o altro materiale cosi come richiamato nel deferimento e questo ha ingenerato, in maniera impropria, una fuga di notizie non corrispondenti alla realtà dei fatti (e non presenti in giudizio) tale da far considerare il Fossati come “un mostro” e tanto da farlo accusare dinanzi all’opinione pubblica per fatti mai commessi e che sono oggi oggetto di valutazione da parte della Procura della Repubblica di Alessandria.

In sede di giudizio, all’inverso, la presente difesa ha depositato una serie di elementi a dimostrazione della buona fede dell’allenatore e delle azioni, al contrario, commesse da altri ed altre che si discostano con quanto quest’ultimi hanno poi raccontato in diverse interviste. All’esito del giudizio (presenteremo appello contro la decisione) faremo presente e daremo comunicazione pubblica di tutto per far capire le realtà dei fatti.

Sul punto per cui il Fossati è stato condannato, fermo restando che la decisione, diversamente da quanto riportato nei diversi articoli fino ad oggi letti, non riferisce di dichiarazioni omofobe o body sharming (come qualcuno voleva far passare), riteniamo che non ci sono, anche in questo caso, elementi chiari per determinare una evidente condotta dell’allenatore il quale non ha assolutamente mai offeso le sue calciatrici come contestato dalla Procura Federale. Abbiamo portato a favore dell’allenatore diverse testimonianze che smontano tale contestazione ed è nostra intenzione presentare appello perchè la decisione non permette di salvaguardare integralmente la figura del Fossati che è sempre stato professionale, almeno lui, nello svolgimento della propria attività.

Le dichiarazioni riferite dalle calciatrici e poi riprese in sentenza vengono ampiamente negate dall’allenatore il quale ribadisce di non aver mai usato toni atti a denigrare e/o offendere le sue atlete ne sul piano fisico ne personale. Ed arriveremo a dimostrare la sua estraneità anche per questi fatti“.

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