Autore Redazione
giovedì
25 Marzo 2021
05:54
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Cronaca - Novi Ligure

Il titolare dell’Area 51: “Io tra gli esodati dei ristori per logiche folli. Così in tanti chiuderanno”

Il titolare dell’Area 51: “Io tra gli esodati dei ristori per logiche folli. Così in tanti chiuderanno”

VIGNOLE BORBERA – “Da oltre un anno chiusi con la discoteca, aperti a spizzichi e bocconi con il pub. E i ristori? Sono pochi o mai arrivati“. La storia, dal retrogusto di sfogo, arriva da Marco Ricci, titolare dell’Area 51 Live e Hangar 18 Pub. Come tanti suoi colleghi, anche lui sta facendo i conti con una crisi causata dalle costanti chiusure che il mondo della ristorazione deve subire per fronteggiare la diffusione del Covid-19. “Ma c’è una differenza tra me e tanti altri che fanno questo lavoro. Io sono uno dei cosiddetti esodati dei ristori, ovvero coloro a cui non spettano aiuti a causa di logiche folli“.

Sì, perché Marco a causa di una situazione particolare che lo ha visto fatturare più nel 2020 che nel 2019, ora si trova fuori dai ristori. “Ma unicamente perché nel 2019 ho tenuto aperto per quattro mesi a causa di alcuni lavori che hanno portato alla diversificazione del ramo d’azienda. Accanto all’Area 51 è infatti sorto il pub Hangar 18. Il primo locale si dedica alla musica live, il secondo alla ristorazione“. Codice Ateco differente ma stessa partita Iva, dato che il proprietario è sempre lo stesso. Con l’arrivo della pandemia e l’obbligo di chiusura per tutti i locali che fanno somministrazione di cibo e bevande, oltre a quella delle discoteche (che in un anno hanno potuto aprire solamente un paio di mesi d’estate), sono arrivati i primi grossi problemi per questo imprenditore.

Ho ricevuto tra marzo e aprile due tranche da 600 euro e poi un fondo dalla Regione Piemonte. Da quella data in poi non è più arrivato niente“. Il motivo? Secondo l’ultimo Decreto Sostegni questo imprenditore alessandrino viene escluso in quanto nel Decreto Sostegni la percentuale dovrà essere calcolata in base alla perdita media mensile del 2020 rispetto al 2019. Su questa perdita occorrerà calcolare le percentuali previste dal decreto che vanno dal 20% al 60%. “Nel 2019 a causa degli adeguamenti pensati per il locale nuovo e diversificare pub da discoteca ho lavorato quattro mesi, mentre nel 2020 sette. Secondo lo stato, avendo guadagnato di più l’anno appena passato rispetto al 2019 sono escluso da ogni tipo di ristoro“.

Ma quanto messo in cassa da Marco Ricci l’anno scorso sono solo briciole rispetto agli effettivi costi di gestione. “Da ottobre noi abbiamo chiuso. Sono cinque mesi che non facciamo più nulla. Per un locale come il mio e per dove è collocato è anche impensabile poter svolgere asporto. Se la situazione non si risolve rischiamo di chiudere per sempre. Io come molti miei colleghi“.

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