Amici, colleghi e vicini di casa: cosa ne pensano i Piemontesi nello studio di Ires

PIEMONTE – Nel corso del 2020 i rapporti di vicinato si sono “raffreddati”: è quanto emerge dall’analisi di Ires Piemonte, effettuata nel febbraio 2021 in relazione alle risposte delle interviste nel corso dell’anno precedente. Dopo che nel 2019 era stata registrata una crescita, questa curva discendente potrebbe essere conseguenza delle misure restrittive anti-covid: il lockdown ha costretto le persone a una maggiore frequenza e intensità nelle relazioni con il vicinato.

Situazione analoga si osserva nel rapporto con gli amici: il dato era in calo anche nella precedente rilevazione, ma in questa analisi si è registrato un calo netto. Di nuovo, probabilmente, si tratta di uno degli effetti secondari della pandemia, con minori occasioni di ritrovo che – come si legge sull’analisi Ires – possono aver portato ad un raffreddamento dei rapporti. In controtendenza il rapporto con i colleghi, dove crescono i giudizi positivi. Il rapporto Ires spiega: “In questo caso viene da pensare che la pandemia con il lockdown, lo smart working e l’emergere di nuove necessità, o forse ancora per difendere il lavoro stesso, abbia imposto di rivedere a fondo l’organizzazione del lavoro, di “fare squadra” in maggiore misura, irrobustendo i rapporti con i colleghi”.

In merito ad altri aspetti di tolleranza, solo una piccola parte degli intervistati ha scelto la risposta che prevede netto rifiuto. Circa la metà dei sottoposti a indagine dichiara di “condizionare la sua accettazione ai comportamenti praticati” in caso di vicini extracomunitari o musulmani; risposte positive prevalenti in merito all’orientamento sessuale dei vicini. In conclusione, la fiducia viene maggiormente riposta nei confronti di coloro che appartengono alla stretta sfera privata, e ridotta verso le istituzioni di servizio pubblico e religiose. In linea di massima, dunque, i risultati di questa rilevazione non si discostano da quelle degli anni precedenti.

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