Autore Redazione
lunedì
7 Giugno 2021
09:54
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Cronaca - Novi Ligure

La lettera d’addio dell’operatrice sanitaria Cinzia alla “carissima tuta bianca”

La lettera d’addio dell’operatrice sanitaria Cinzia alla “carissima tuta bianca”

ALESSANDRIA – Cinzia Fradusco è una operatrice socio sanitaria che per mesi ha aiutato decine di persone alle prese con il covid. A fronte dell’emergenza si è data disponibile per aiutare la comunità e in tutti questi mesi ha lavorato all’ospedale di Novi, prima al Dea e poi nel reparto covid ed è durante questo percorso che ha toccato con mano il dolore di questo periodo. In un post toccante ha sfogato i suoi sentimenti con una testimonianza “liberatoria” che ha voluto restituire un po’ di “leggerezza” dopo un tempo così atroce. “Davanti a quello che è accaduto ti senti impotente perché se è arrivato il tuo momento non ci sono medicine o cure che tengano ed è impossibile rimanere indifferente“, ha spiegato Cinzia che ha indossato “un camice bianco e lì sotto faceva un caldo infernale ma il sacrificio è stato di tutti, nostro, dei medici, dei bambini costretti in casa“. In tutto questo si è aggiunto lo strazio di moltissime storie “di dolore con decine di procedure da rispettare e lo sforzo per dare più umanità possibile“. Un percorso questo, racconta ancora l’operatrice, che “ha cambiato la vita e che ha fatto capire come si debba prendere con un po’ più di leggerezza perché arrabbiarsi, prendersela non serve a nulla“. La dimostrazione, spiega ancora con voce emozionata, è arrivata da una signora di 74 anni che Cinzia seguiva in una casa di riposo ad Acqui: “Aveva bisogno di parlare e così ho cominciata ad ascoltarla e lei si è aperta, poi sono andata a Novi e le avevo detto di prestare attenzione anche perché lei stessa temeva i prendere il covid. Purtroppo ho saputo che è mancata eppure, nonostante avesse perso il marito e il figlio, quella donna aveva ancora voglia di vivere – conclude amareggiata l’operatrice”.

Una dimostrazione di quanto sia crudele e spietato il virus, una situazione che ha indotto Cinzia a postare un pensiero “di leggerezza e di speranza” che vuole restituire un sorriso senza voltare le spalle a un passato ancora presente e che dimostra il grande lavoro di chi è stato sempre accanto ai pazienti. Ecco il suo post:
Carissima tuta bianca, ti ho indossata per mesi.
Non mi hai protetto dal dolore, dalla commozione, dal senso di impotenza e dalla stanchezza, dal vedere la morte nella mie mani.
Ma per me ha rappresentato l’abito della sfida e della speranza.
Sapevo che un giorno avrei fatto a meno di te.
È arrivato il momento di dirti addio.
Tutto il comparto sanitario non ha mollato un solo istante, la nostra grande forza ha prevalso sulla stanchezza.
Oggi possiamo dire che la luce in fondo al tunnel sia un po’ più luminosa.
Il nostro lavoro sarà una missione, per sempre.
Un abbraccio a tutti i colleghi.”

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