Autore Redazione
domenica
18 Luglio 2021
11:01
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Cronaca - Eventi - Alessandria

Conclusione corale per la rassegna teatrale Revival degli Stregatti

Ieri e oggi sold out per "Il rinoceronte" di Ionesco al chiostro del convento San Francesco con gli attori e gli allievi dei corsi degli Stregatti. Il racconto della serata di ieri
Conclusione corale per la rassegna teatrale Revival degli Stregatti

ALESSANDRIA – “Guai a colui che vuole conservare la sua originalità”. “Il rinoceronte” di Ionesco, messo in scena dalla compagnia Stregatti venerdì 17 luglio nel chiostro del convento San Francesco, parla di pensiero omologante e della sua forza distruttiva di ogni singolarità. Quella di ieri è stata la terza replica in sold out del capolavoro dell’assurdo e questa sera, domenica 18 luglio, l’ultima rappresentazione ha già di nuovo registrato il tutto esaurito. Si conclude così, con lo spettacolo collettivo degli attori della compagnia e degli allievi di tutti i corsi teatrali, la mini stagione estiva Revival, improntata al sorriso e alla leggerezza. Infatti di commedia si tratta, seppur, tra i discorsi stranianti da teatro dell’assurdo, sia evidente la vena amara di riflessione sulla perdita dell’umanità a fronte di un’epidemia del pensiero.

Nel testo di Ionesco una pandemia colpisce gli uomini e li trasforma in rinoceronti, ovvero animali violenti e aggressivi, obbedienti solo alla logica della forza. Un unico uomo, Berenger (David Turri), rimane tale e la sua condizione emarginata finale (“questo non è un rinoceronte”, viene apostrofato) ne determina la disperazione e la solitudine. L’allestimento degli Stregatti è imponente e si avvale di un cast numerosissimo, nell’intento dichiarato di coinvolgere tutti gli allievi dei loro corsi di teatro. E’ una vera operazione di teatro di comunità, celebrativo dell’attività della compagnia, in un momento di ripresa dello spettacolo dal vivo, e inclusivo, come la loro attività di insegnamento durante l’anno. Le rassegne teatrali, la didattica, l’esistenza stessa di un luogo teatrale vitale sono una ricchezza per la città (soprattutto per la nostra, che ha tanto bisogno almeno di qualcosa di bello) e per questo, dopo un periodo tanto difficile, si è aperta la campagna di sostegno Adotta gli Stregatti. Lo scopo è raccogliere libere e anche minime donazioni per sostenere i costi fissi legati alla gestione del Teatro San Francesco e all’organizzazione delle stagioni teatrali. Tutte le informazioni sono sul sito www.teatrostregatti.it

La soluzione registica di Gianluca Ghnò punta su una rappresentazione corale, laddove un numero sempre maggiore di ex uomini si muovono all’unisono, subiscono la metamorfosi e diventano un branco indistinto di mostri violenti e ottusi. La scena offre una prospettiva molto vasta, l’azione si svolge su più piani e, ai discorsi astratti degli ancora uomini, si contrappone la massa già trasformata. Sono proprio i discorsi negazionisti, aridamente intellettualistici, oppure contaminati dall’ignavia a indicare la mancanza di intelligenza a fronte di un pensiero forte imposto dall’esterno. Gli scambi di battute sono surreali, come sempre nel teatro dell’assurdo, e sono sottolineati da una scenografia (di Giusy Barone) che ripropone le immagini, appunto surrealiste, di Magritte.

ph di Luigi Tonna

L’impossibilità di amare, racchiusa nel quadro degli amanti velati, diventa la scena d’amore del protagonista Berenger con  Daisy, la donna di cui è innamorato, e così i rinoceronti (tutti con la mascherina, usata a scopo spersonalizzante) sono abbigliati come l’arcinoto uomo con bombetta, dal volto celato e misterioso. E’ un crescendo che si basa su scambi stranianti e prende proporzioni macroscopiche, cambiando il punto di vista della normalità e prospettando un mondo orribile e costrittivo nella sua omologazione. Si precipita insieme al protagonista, abbandonato infine anche dalla donna amata, che inizia a trovare attraenti i rinoceronti, e la caduta è segnata dalla musica, suonata dal vivo dal maestro Andrea Negruzzo. La musica colta di Chopin e quella di Fossati (da brivido “La luna diamante” cantata da Giusy Barone e Alice Orlando) lasciano il posto al pop accattivante e facile di Lady Gaga, in una danza spensierata che cancella nell’uguaglianza ogni spunto critico.

Notevoli la coreografia grandiosa e ben giocata (evidente il grande lavoro di gruppo con gli allievi, al fine di ottenere un risultato così fluido) e la sincronicità delle azioni, spesso intervallate da fermi immagini cinematografici di grande effetto. Il rinoceronte degli Stregatti è da vedere perché dimostra le potenzialità dell’inventiva nel porgere in modo originale un testo non semplice e la capacità di integrare in uno spettacolo dal cast numerosissimo allievi di diverse età, valorizzandone al meglio le capacità.

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