Autore Redazione
giovedì
2 Luglio 2015
10:43
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Cronaca - Alessandria

Gli alluvionati di San Michele a Renzi e Mattarella: “Aspettiamo i risarcimenti. Non siamo mucche da mungere”

Gli alluvionati di San Michele a Renzi e Mattarella: “Aspettiamo i risarcimenti. Non siamo mucche da mungere”

ALESSANDRIA – Dura presa di posizione degli alluvionati e le imprese della frazione San Michele di Alessandria. Stanchi e sfiduciati dei mancati risarcimenti, anche dopo le recenti precipitazioni dello scorso autunno, il parroco di San Michele don Ivo Piccinini e la componente Direttivo Associazioni e Comitati Alluvionati alessandrini, Graziella Zaccone Languzzi hanno deciso di scrivere al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente della Regione Chiamparino. 

“Scriviamo a nome e per conto dei cittadini residenti, delle attività produttive,  per l’immobile della Chiesa  Parrocchia di San Michele, pertinenze, oratorio e  strutture sportive  che nell’autunno 2014 hanno subito ulteriori danni causa  maltempo, si denuncia che ad oggi, le categorie sopracitate attendono ancora il giusto e dovuto  risarcimento da parte della Regione Piemonte.  Ulteriori danni perché puntualmente ad ogni maltempo primaverile, estivo, autunnale questo territorio subisce esondazioni, quindi ci riteniamo pluri-alluvionati.   E’ dal 1994  che triboliamo con  queste situazioni di danni e disagi, e a fare un esempio  da quando il nostro attuale Presidente del Consiglio portava i pantaloni corti e dopo 21 anni stiamo ancora “impastoiati” nelle pratiche e con opere da completare per la messa in sicurezza.

I fondi di scopo dedicati ci sono, peccato che siano stati distratti, come la tassa sui  conti correnti di cui non si sa nulla, le accise aggiuntive sui carburanti a partire dal 2011 nel Piemonte. A questo proposito Si richiede altresì al Presidente del Consiglio Renzi o a chi ci vuole dare risposte che crediamo ci siano dovute non solo per cortesia, rispetto ma anche per il conclamato rapporto di  trasparenza tra il pubblico e il cittadino,  che ci venga comunicato attraverso i ministeri a quanto ammonterebbe la spesa per il ristoro dei danni causati dall’alluvione del 2014 destinati ai privati e alle imprese, visto che a ben sentire, la Regione Piemonte non onorerà i risarcimenti.

La Regione Piemonte e il Comune di Alessandria nel 2014,  hanno effettuato dopo lo “stato di emergenza”, la richiesta di “stato di calamità naturale ” che è la condizione conseguente al verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale che causano ingenti danni ai cittadini privati, alle attività produttive di ogni categoria, e sotto il profilo giuridico lo “stato di calamità naturale” è disciplinato da una normativa ordinaria che regola l’intervento finanziario a ristoro parziale del danno, o almeno questo era fino al 2013: oggi è cambiato qualcosa?   

Dal Comune di Alessandria-Ufficio Protezione Civile  per il 2014, è stato fatto tutto il lavoro utile come dettato dalla Regione Piemonte: compilazione schede denuncia danni e consegnato alla stessa Regione. Dal sito del Comune si legge (come in effetti è accaduto) che nei primi mesi del 2015, i danneggiati privati e imprese sono stati richiamati per ricompilare nuovamente un nuovo modulo della Regione Piemonte con dati aggiuntivi entro e non oltre il 31 marzo 2015, come se cittadini ed imprese avessero niente di meglio da fare.  Al momento (1 luglio 2015) nessuna notizia dal fronte Regione Piemonte che se la sta prendendo comoda ma i  cittadini e imprenditori che hanno subito danni devono essere risarciti.

La forza “maligna” e non prevedibile della natura è l’unica responsabile di tutto cio’? Questa è la convinzione di comodo secondo lo Stato di cui Regioni ed Enti preposti che,  oltre a continuare a non far nulla o poco in fatto di prevenzione e manutenzione, non dà più neanche quel minimo appoggio ai cittadini e alle attività  nel caso di calamità naturali o pseudo tali.

La frase ricorrente del Governo e della Regione è: “mancano i fondi per risarcire i cittadini privati e le imprese di tipo industriale, commerciale, artigianale da danni del maltempo a causa della cattiva gestione del territorio ” .

Lo Stato a malapena quel poco che spende è solo per il ripristino delle strutture pubbliche danneggiate, MA NON PER I DANNI SUBITI MOLTEPLICI VOLTE DAI CITTADINI E DALLE IMPRESE. Notiamo però, che fondi non mancano per la gestione degli immigrati, per i clandestini che siano rifugiati, economici o buttati fuori dalle loro galere. In questo momento pare che ogni energia economica e vitale dello Stato e del Governo sia su questo argomento. Per questa nostra affermazione mettiamo da subito le mani avanti: non accettiamo la titolazione di razzisti ed ingenerosi, la Parrocchia di San Michele è una continua processione di poveri italiani causati dalla crisi, ma la maggioranza sono questi disperati che lo Stato accoglie ma poi lascia al proprio destino. Don Ivo Piccinini, li sfama, li veste e dà quel che può, la Chiesa è sempre aperta nonostante i furti, per gli emigranti noi si fa la nostra parte da buoni cristiani, quindi la affermazione è il giusto rimprovero verso lo Stato che dovrebbe avere anche attenzione per i suoi cittadini perché non devono solo essere “mucche da mungere”.  Aggiungiamo che  i denari non mancano neppure alla politica a tutti i livelli per gli sprechi, gli scandali, le corruzioni, i super vitalizi  dei politici, ogni giorno le notizie abbondano in questo senso, quindi i soldi ci sono per ciò che più ritenuto interessante spenderli.  Al contrario noi contribuenti  cittadini italiani  siamo solo chiamati a pagare tasse per non avere poi nessun riscontro dei nostri sacrifici: uno Stato, un Governo non può considerarci  solo dei bancomat, non siamo una fredda macchina che sputa carta moneta, noi siamo la linfa viva del paese, il cuore pulsante  del paese e questo paese non deve permettersi di spegnere questa linfa e questo cuore.

Quindi: con cortesia, noi chiediamo i nostri diritti.  Il Governo deve intervenire e dare alla Regione i fondi dovuti per i danneggiati che hanno presentato regolare domanda per ben due volte, i cittadini, le nostre imprese, il luogo di culto  non possono più aspettare”. È inaccettabile che insieme al danno ci sia la beffa. La politica abbia il coraggio di semplificare la burocrazia e adoperarsi  subito con lo sblocco immediato dei fondi, perché la gente vive giorno per giorno e non può attendere. E’ importante che lo Stato  faccia sentire la sua vicinanza ai cittadini, la gente è stanca, ma non piegata, e chiede di non essere lasciata sola.

Suggeriamo una Legge Quadro per i danneggiati privati e le imprese come le imprese agricole. Vista la situazione in essere ormai senza via di uscita, nonostante lavori fatti, si è costretti a subire qui a San Michele più esondazioni in un anno da maltempo, quindi perché non fornire ai danneggiati privati, imprese una formula come le attività agricole e i consorzi di irrigazione e  bonifica? A differenza delle altre attività economiche e dei cittadini privati, sia a livello nazionale che a livello locale, hanno una normativa che prevede strumenti di difesa dei redditi agricoli dalle calamità naturali e dalle avversità atmosferiche. Da anni e dopo la nostra tragedia del 6 novembre 1994, abbiamo più volte chiesto ad ogni parlamentare del nostro territorio una “Legge Quadro” ( non una nuova tassa o polizze anticalamita’, si prendano i denari dai prelievi di scopo già in attuazione e di cui si allega informazione a parte)  sono passati ventuno anni ma andiamo sempre peggio dimenticati da uno Stato sempre più lontano ai bisogni dei cittadini.

Confidiamo che lo stato non pecchi di ingordigia e che sia leale nei confronti del suo popolo e la regione Piemonte saldi al piu’ presto le pratiche in essere dei cittadini privati, imprese e struttura religiosa e sue pertinenze. Non vorremmo ritrovarci fra non molto con ulteriori danni da denunciare.

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