Autore Redazione
venerdì
22 Ottobre 2021
13:31
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Cronaca - Casale Monferrato

Dopo 247 giorni in presidio “la rabbia” di chi ha lottato fino all’ultimo per salvare la Cerutti

Dopo 247 giorni in presidio “la rabbia” di chi ha lottato fino all’ultimo per salvare la Cerutti

CASALE MONFERRATO – Per quasi 33 anni ogni giorno Andrea Provera ha indossato la divisa della Cerutti. Andrea è entrato la prima volta nello stabilimento il 7 novembre del 1988. Ha vissuto gli anni d’oro dell’azienda, “nel 1992 arrivata a contare oltre 1000 dipendenti e l’inizio della crisi, quando la Cerutti ha cominciato ad arrancare e perdere terreno rispetto ai cambiamenti del mercato. È rimasto dipendente Cerutti anche quando è nata la newco Gruppo Cerutti Srl e per 247 giorni, negli ultimi mesi, ha indossato la divisa in presidio insieme ai colleghi e ai sindacati per salvare la storica azienda casalese.

Qualche giorno fa il lavoratore si è però tolto la giacca blu sapendo che non l’avrebbe più indossata. Il presidio alla Cerutti in via Adam è terminato e oggi c’è soprattutto rabbia tra i lavoratori che avevanocreduto” nel progetto della nuova azienda e che per quasi 250 giorni hanno resistito davanti all’azienda nella speranza di salvare la storico marchio e tutti i posti di lavoro. “C’era già stato un forte taglio di dipendenti. Dai circa 300 che eravamo prima solo 130 persone erano confluite nella nuova società. Avevamo però davvero creduto che il progetto della vecchia proprietà potesse dare continuità a questa storica realtà. E quando la produzione, dall’oggi al domani, è stata improvvisamente bloccata abbiamo cercato di difendere l’azienda e i posti di lavoro fino all’ultimo“.

Andrea Provera ha definito i 247 di presidio “un laboratorio di umanità. “In questi 247 giorni ci siano conosciuti meglio, ci siamo fatti forza a vicenda. È stata una situazione davvero complicata. La curatela ha spesso messo i bastoni tra le ruote, parandosi le spalle senza preoccuparsi delle 300 persone mal contate che avevano bisogno di certezze di fronte a un lavoro venuto a mancare dall’oggi al domani“.

All’inizio, ha raccontato ancora Andrea, i lavoratori e i sindacalisti in presidio in via Adam hanno sentito forte la solidarietà della città. Con il passare delle settimane, però, l’abbraccio della comunità si è progressivamente allentato, fino a sciogliersi. In un primo tempo abbiamo sentito forte il supporto e il conforto della città. C’erano persone che venivano anche a portarci da mangiare. Poi, abbiamo avuto la sensazione che chi passava di lì ci guardasse come per dire “andate a cercarvi un lavoro”. Come se fosse facile trovare nuove opportunità occupazionali. Nonostante la Cerutti fosse un’azienda e un marchio storico dopo un certo periodo la solidarietà della città è venuta a mancare“. Andrea ha avvertito la stessa distanza anche dalla politica. “Dopo un primo periodo di passerelle mediatiche quando abbiamo avuto bisogno del tanto richiesto tavolo ministeriale non abbiamo avuto alcun aiuto e nessuna sponda a cui aggrapparci per resistere”.

 

Adesso, ha raccontato ancora il lavoratore, 30 dipendenti verranno assunto dalla Bobst. Tra gli altri alcuni riusciranno a trovare un nuovo lavoro anche grazie all’accesso alla Naspi che garantisce sgravi fiscali alle aziende in caso di assunzione: “Siamo ancora in animo di costituire la cooperativa anche se molte delle professionalità che avevamo individuato, per loro fortuna, sono state assunte da Bobst. Abbiamo delle difficoltà ma siamo un gruppo ancora unito e confidiamo nelle nostre professionalità. In ogni caso, il bilancio di questa vicenda, sarà sicuramente negativo”.

 

 

All’interno dell’articolo la foto scattata dai lavoratori Cerutti, che ringraziamo.

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